08 aprile 2005

Generazione Ryanair

 
Per loro il low budget è una consuetudine. Amano il quotidiano, il piccolo e tutto quel che è democratico. E quando viaggiano, viaggiano in economy. Cronaca di una generazione di progettisti tra i 30 e i 40. Che rischia di rappresentare il nuovo design italiano. Così come la raccontano un libro, editato da Abitare ed una collezione di oggetti creati per la Coop. Con Ottagono come media partner…

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Amici, figli della rete, del multiculturale, della ricerca dei materiali, della contrazione dei budget; di nessun boom perché delle crisi sociali e del mercato si cibano. Low cost, non sempre.
Battono tutte le strade: dal new-pop al new barocco, dal minimo al minimale, dal ruffiano all’elites, dal pulp al puffo. Questi alcuni tratti della generazione Ryanair, new wave del design italiano.
Complici la presentazione di un libro, salefino, edito da Abitare Segesta, a cura di Beppe Finessi, e quella di una collezione di oggetti, Design alla Coop, coordinata da Giulio Iacchetti, decumano di Aroundesign. Il libro racconta le gesta di Lorenzo Damiani, Joevelluto, Aroundesign e Paolo Ulian, mentre Design alla Coop è una nobile proposta di oggetti per la grande distribuzione, commissionati da Coop, un set casalingo e cordiale che aspetta solo di farsi trovare sugli scaffali del supermercato. Ma andiamo con ordine.
piantana
salefino
distilla quattro agiografie, non sempre rispettando con la grafica sgargiante e very ‘90, l’animo e le sfumature dei protogonisti. Vada per i Joevelluto, grafici del libro e tra i quattro protagonisti, ma vedere Ulian e Damiani dipinti in atmosfere lounge, da cd “de grido”, fa storcere un pò il naso. Ma è questione di gusti e sensibilità, rimane il rivoluzionario valore low-cost del libro, di 4 anime di una generazione gentile e sensibile, che fa oggetti in totale osmosi con la quotidianità e con l’energia comportamentale dei suoi utenti, che conosce bene l’odiens e le sue pieghe. Per esempio gli oggetti di Iacchetti+Ragni ricordano la collezione di macchinine che si custodisce gelosamente anche da adulti. Per giocarci soli o con prole. Damiani diretto e francescano, Ulian umanista. Tutto appare indispensabile.
Alcuni capolavori, anche se molto pubblicati e già apprezzati in mostre o al bancone di qualche negozio, sono un necessaire per nomadi contemporanei, viaggiatori, studenti senza fissa dimora, amanti, part-time, disoccupati in cerca di prima occupazione. Un tempo ‘genere’ reietto, ora golden-target, casta sensibile al design, gente con case Ikea e/o Muji, che va al museo come allo stadio, che legge Dan Brown e i classici del fumetto.
Questa la democrazia del design, così forte che prova a scivolare dallo showroom allo scaffale.
Oltre ai già citati, fanno parte del progetto Design alla Coop anche Enrico Azzimonti, Matteo Bazzicalupo, Raffaella Mangiarotti, Fabio Bortolani, Carlo Contin, Antonio Cos, Delineo, Odoardo Fioravanti, Emmanuel Gallina, Ilaria Gibertini, Kazuyo Komoda, Miriam Mirri, Donata Parruccini, Gabriele Pezzini.
Come ricordato dal curatore, questa operazione stringe la mano alla fatica di Augusto Morello e Tomas Maldonado con la Rinascente, dove tra i protagonisti c’erano Sambonet, Bellini, un giovanissimo Armani.
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Così la nuova generazione, che non si riconosce in un manifesto o in un movimento, nemmeno in quella vibrazione colta da Andrea Branzi, presentatore del libro Salefino, prova con Coop a giocare con le sfumature del quotidiano, con l’interstiziale, con il piccolo. All’opposto di molti artisti coetanei, amanti del gigante, del sicuro e spesso del retorico, monumentale, dell’art-shock.
In tutti i progetti degna di nota è l’attenzione ai materiali, alle esigenze della grande distribuzione.
Quasi un design col dogma di arrivare alle persone curando prezzo e impatto ambientale. Tematiche sensibili per tutti i designer coinvolti che non rinunciano ad una dimensione etica nel progetto.
Design alla Coop e salefino sono un attacco, a volte politico, al palazzo del design, ma non come Palazzo dell’Arte, considerato che entrambe le iniziative sono state presentate alla Triennale, chiesa laica del design italiano che nel nuovo allestimento di De Lucchi prevede anche un’altare. Intanto proprio nel giardino torna a nuova vita la fontana di de Chirico.overview
E noi speriamo che nella piazza Italia del design italiano, sgomitando, entrino alcuni progettisti (non tutti) della ryanair generation. Perché l’ossigeno dei maestri è finito da un pezzo. Perché la generazione di mezzo ha messo il cuore nel portafoglio. Perché la nuova la stavamo aspettando col calice in mano.


salefino – nuovi sapori del design italiano – cocktail party venerdì 15 aprile h 18:30
exhibitions – dal 13 al 18 aprile h 11:00 – 20:00
mostra immagini – abitare segesta – via ventura 5, milano
mostra progetti – scuola politecnica di design – via ventura 15, milano
alamsas@tuttopmi.it

Design alla Coop – inaugurazione 13 aprile ore 18:00 – Supermercato Coop , via Arona 15, milano
mostra aperta dal 13 al 18 aprile dalle 10:00 alle 20:00
info@aroundesign.it


[exibart]


3 Commenti

  1. lodi al progetttto bazzicaluppo + mangiarotti, cosi’ gli amanti del pop o del popoulaire preferiranno il loro scopino al merdolino di giovannoni….
    correte il rischio d’essere l’orgogliosa certezza: ryanair generation is now.

  2. ERRATA COORIGE

    l’articolo da me redatto riporta un errore dovuto all’entusiasmo.
    Il libro salefino è a cura di Joevelluto e non di Beppe Finessi il quale ha scritto la prefazione.
    Scusandomi con i lettori auguro buona lettura.

    M2

  3. grande pezzo, ma qualche volta il contenuto del calice è amaro… e ci tocca berlo fino alla feccia (ma basta un poco di zucchero e la pillola va giù!)

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