23 settembre 2005

exibinterviste – la giovane arte Marco Campanini

 
Rigore intellettuale, amore per il pianoforte e un robusto genius loci cui rendere omaggio. Incontro con Marco Campanini e con la sua camera (ottica) con vista. A volo d’uccello sui sogni architettonici della Ragione…

di

Puoi descrivere brevemente il tuo lavoro?
Una ricerca onirica, una metafisica crepuscolare, di una concettualità analitica e lirica al contempo. Le ascendenze filosofico-letterarie e musicali che permeano il mio lavoro non fanno che riflettere un percorso coerente che mi ha impegnato negli ultimi anni.

E’ così che nasce un artista?
Nel mio caso si è trattato di una “messa a fuoco” progressiva di tematiche e aree di indagine. Una scelta elettiva, quindi.

E la tua formazione vera e propria?
Una formazione di carattere umanistico-letterario. Liceo classico e laurea in filosofia. Parallelamente a una frequentazione costante dell’arte e ad un amore viscerale per il repertorio pianistico classico.

Quali gli artisti che hai amato?
I grandi metafisici, di tutte le epoche.

Pregi e difetti nel lavoro?
I pregi: l’indifferenza nei confronti delle mode e dei luoghi comuni, e della cultura pop in genere; l’impegno e la serietà intellettuale in quello che faccio. I difetti: gli stessi di cui sopra, che di questi tempi secondo i più sono difetti.

E nella vita?
La lealtà, l’essenzialità e la disillusione.
Marco Campanini, Gli Spazi dell
Persone davvero importanti attualmente per il tuo lavoro?
Tutti coloro i quali collaborano con competenza, professionalità e qualità allo sviluppo dei miei progetti: critici, galleristi, artisti.

Come deve essere il rapporto tra l’artista e chi si occupa di promuoverne il lavoro?
Deve nutrirsi della fiducia e della stima reciproche, prima che di un’indubbia professionalità.

E con i critici e la stampa? Sei soddisfatto di quello che si scrive su di te?
Alle interpretazioni è dato di essere, in quanto tali, molto differenti tra loro. Previa adeguata preparazione e professionalità, prospettive lontane possono integrarsi vicendevolmente e fornire il miglior stimolo all’autore nella sua costante ricerca. Finora sono sinceramente soddisfatto del rapporto di collaborazione con tutti i critici che si sono occupati di quello che faccio.

Che rapporto hai col luogo in cui lavori?
Devo ammettere che è co-essenziale al mio modus operandi. Il mio piccolo studio è, nel mio immaginario, a metà tra una camera ottica rinascimentale e una wunderkammer in cui il tempo è sospeso o assente, magari suggerito solo dalle note di un piano in sottofondo. Quelle dei preludi di Debussy, ad esempio.
Marco Campanini
La città in cui vivi ha a che fare con la tua produzione?
Non ho la presunzione di credere che il genius loci dell’Emilia, in cui sono nato e cresciuto, non abbia influito sul mio sguardo e sulla mia produzione. Da Aldo Rossi a Gianni Celati, da Ghirri a Bertolucci, da Guidi ad Ariosto, questa terra sembrerebbe un metaluogo da celebrare ad oltranza, in una visione sospesa ed aerea, cristallizzata nella dimensione dell’assenza.

Quale la tua mostra migliore?
Recentemente ho esposto alla Vitamin in una personale curata da Luigi Fassi, un giovane critico di notevole preparazione e intelligenza. La mostra constava di una ventina di opere del ciclo Gli Spazi dell’Utopia, ricognizione fotografica su progetti di architetture utopiche del razionalismo francese.

Cos’è che ti ha particolarmente soddisfatto, in quella circostanza?
La mostra proponeva un percorso visivamente e concettualmente stimolante ma al contempo, a mio avviso, misurato, depurato e arioso come i toni lievi delle immagini esposte. Un’esposizione ben riuscita da tutti i punti di vista.

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exibinterviste – la giovane arte è una rubrica a cura di pericle guaglianone

bio: Marco Campanini è nato a Parma nel 1981, vive a Fidenza. Personali: Vitamin Arte Contemporanea, Torino, testo critico di Luigi Fassi; Galleria del Teatro, Parma, a cura dell’Archivio Giovani Artisti di Parma; presentazione di Vittorio Savi; Galleria Estro (con Fabio Bonetti), Padova, testo critico di Luca Panaro (2005). Collettive, eventi: MiArtX, Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Fiera Porta Metropolitana, Milano; Milano Flash Art Show 2005, ATA Hotel Executive, Milano; Arte Parma, Mostra Mercato d’Arte Contemporanea, Fiere di Parma (2005); Mostra Fotoesordio 2004, GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; FotoAround, Fondazione Italiana per la Fotografia, Artissima 11, Torino; Premio Arti Visive San Fedele 2004/2005, Galleria San Fedele, Milano; Premio Luigi Pronti, Antico Palazzo della Pretura, Castell’Arquato (PC) (2004). Pubblicazioni: Palazzo Sanvitale, n 13-14 / Marzo 2005 – MUP Editore, Parma, Presentazione di Paolo Barbaro; Immagini Foto-Pratica n° 332 OTT/NOV/DIC 2004, a cura di Roberto Mutti.

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