23 giugno 2007

Luciano Fabro è morto a Milano

 

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Luciano Fabro - LL’Italia è capovolta. E’ morto uno dei più celebri scultori del dopoguerra italiano. Luciano Fabro, torinese classe 1936, fu autodidatta e crebbe a fianco dei più fertili sperimentatori dell’epoca: Piero Manzoni, Dadamaino ed Enrico Castellani, nel solco, insomma, di Lucio Fontana. La prima personale solo alla soglia dei trent’anni, alla Galleria Vismara di Milano, città dove si trasferì per compiere tutta la sua carriera artistica. Carriera che lo vide, alla fine degli anni Sessanta, entrare a pieno titolo -anche grazie alla sperimentazione sui materiali in cui era costantemente impegnato- nel gruppo dell’Arte Povera formatosi attorno al critico Germano Celant. Proprio del Sessantotto è la prima delle sue famose Italie, profili del patriottico Stivale che poco di patriottico avevano così com’erano appese e impiccate in vario modo. Esaltazione del Belpaese o denuncia verso una società che proprio in quegli anni si avviava verso le tristi pagine del terrorismo e a seguire del consociativismo e della corruzione.
Degli anni Ottanta sono le installazioni dedicate allo spazio (gli Habitat), mentre negli anni Novanta iniziano ad arrivare le commissioni per opere pubbliche. Una grande svolta al suo pecorso professionale vi fu nel 1978, quando non ostacolò la sua vena didattica che lo portò a rivitalizzare l’attività della Casa degli Artisti di Milano ed in seguito ad insegnare all’Accademia di Brera, sempre nel capoluogo lombardo, a partire dal 1983.
Sempre a partire dagli anni Ottanta arrivarono le grandi monografiche negli spazi espositivi pubblici: il Pac (1980), il Castello di Rivoli (1989) e poi all’estero lo Sfmoma (1992), il Pompidou (1996) e la Tate (1997). Numerose, inoltre, le presenze a Documenta, Biennale di Venezia, Biennale di San Paolo e Quadriennale di Roma.
Fabro si è spento improvvisamente il 23 giugno 2007 a Milano all’età di 71 anni. Una sua mostra personale -che sarà a questo punto ancor più significativa- è in preparazione per i prossimi mesi al Museo Madre di Napoli.

[exibart]

10 Commenti

  1. Era proprio necessario, nel vostro articolo concludere dicendo che la mostra antologica di Napoli “a questo punto sarà ancor più significativa”? Sarà una retrospettiva tout court e basta. Il quesito se la morte aggiunga significatività è troppo antico per risolverlo in maniera così volgare.
    Giovanna Bonasegale

  2. Luciano Fabro è morto il giorno 22 a Milano.
    Premettendo la risaputa modestia di chi scrive d’arte sui maggiori quotidiani italiani(in ogni caso un po’ più in alto di Sgarbi,ma basta poco per questo),e di riflesso il livello di chi scrivono, notare che la Repubblica-pagine di Milano- non abbia dato nessuna notizia della scomparsa di questo importante artista è cosa molto triste e sintomatica.Oggi domenica 24,però,mezza pagina è stata dedicata a tal Corona fotografo.
    Vuoi vedere che a Milano in questi disastrosi tempi per l’arte contemporanea,e relativi assessori,questa è stato fatto credere che è diventata un’altra cosa?
    “ma ande a scoar el mar”
    diceval’indimenticabile Gianni Brera;
    appunto ragazzi,quella,incontestabilmente,è la vostra consona occupazione.
    Buon lavoro.

    Giuliano Perezzani
    Sanguinetto

  3. Proprio questi ultimi mesi stò leggendo le sue lezioni in: Arte torna Arte di Einaudi.
    Davvero un insegnamento del disimparare (e non dell’imitare)e un contributo a capire le prassi dell’arte per chi la studia e la produce. Grazie Luciano!

  4. Grazie Luciano della tua gentillezza, della tua gioia di vivere…grazie della tua amicizia iniziata da poco.
    Ci rimarrà un’opera bellissima, sensibile e viva, come la tua anima.

    Sono stata fortunata di incontrare Luciano Fabro, due mesi fa, a Parigi per la mostra d’arte contemporanea “Contrepoint” che si svolgeva al Musée du Louvre, ed era allestitata dalla curatrice Marie-Laure Bernadac.
    Prima di conoscere la persona ho interrogato l’artista…
    L’intervista (tradotta in francese)si trova via il link seguente :
    http://www.paris-art.com/interview/interview/4132/luciano-fabro.html

    Ciao Luciano,
    Audrey.

  5. anch’io ho notato che la notizia della morte di Fabro non ha avuto il rilievo che avrebbe meritato. la dimensione gossippara sembra non lasciare spazio a nessun tipo di riflessione, meno che mai a un rispettoso silenzio.

  6. Proprio nei giorni della morte di Luciano Fabro qui a Maastricht antistante al Bonnefanten Museum si stava allestendo un’opera dell’artista recentemente acquistata dal comune di Genk (Belgio).In questa triste coincidenza trovo che l’iscrizione da lui posta sul lavoro possa leggersi come un’artistica epigrafe.

    Link: http://www.morph.it/notebook/node/34

  7. Dire che con la scomparsa di Luciano Fabro il mondo dell’arte ha perduto un Maestro, è risaputo e scontato. Di Luciano Fabro piace ricordare il suo rigore nella ricerca, l’onestà intellettuale della sua opera che nulla concedeva all’arbitrio artistico o all’opportunismo tanto di moda. Un rigore e una severità che contrastava con il suo essere uomo: vivace. ironico, schietto, allegro…e sempre Galantuomo. A Silvia, alla sua adorata figlia, gli amici napoletani esprimono calda partecipazione al suo dolore e si danno appuntamento al Madre in occasione della retrospettiva del suo grande papà.

  8. la morte del maestro Fabro ha scosso un pò tutti gli “attenti” dell’arte,soprattutto coloro che seguono con attenzione e parsimonia l’arte contemporanea,ma volevo aggiungere che la grande mostra che si terrà a breve al museo madre sarà un’occasione tanto attesa e di grande prestigio oltre che di rilievo,quindi invito coloro che discutono in questo “forum” a prenderne visione e a commentare con soddisfazione le opere esposte,proprio come avrebbe voluto il maestro

  9. Cosa devo dire? Io Luciano lo conoscevo abbastanza bene, era per me una specie di nonno, e del suo lato artistico so molto poco purtroppo, avendo solo 16 anni e dato che il poco che so di arte lo devo a Luciano. Una persona con una grande forza e con una gran voglia di sorridere e di affrontare la vita e l’arte con un’ironia sempre nuova.
    Sapete cosa mi ha fatto notare quando guardavamo insieme il Cristo morto di Mantegna? Mi ha detto: guarda Sara, fa le corna!
    Mi manca. Mi mancherà.

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