26 novembre 2008

VI PRESENTO DENA

 
Con Giuliana Setari Carusi, moderna mecenate, per un excursus in otto anni di storia. Gli otto anni di attività della sua Dena Foundation, tra Milano, New York, Parigi e il mondo. Sostegno ai giovani artisti italiani, creazione di network, residenze all’estero. Con l’idea, fissa, di fare rete...

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Un poco di storia. Ci racconti la nascita di Dena Foundation. Quando, come, dove e perché ha dato alla luce questa creatura?
Quando, come, dove. Nel 2000, affidando tutte le pratiche per la costituzione e la registrazione della fondazione ad uno studio legale di New York. Ho deciso di costituire la Dena Foundation for Contemporary Art negli Stati Uniti per il legame anche affettivo che serbo con un paese dove ho vissuto per tutti gli anni ‘80 e perché intorno al 2000 era relativamente semplice costituirla lì, piuttosto che in Europa. In anni più recenti la legislazione, per esempio italiana, è cambiata ed assistiamo ad un moltiplicarsi di iniziative private in tal senso. La concomitanza del trasferimento della mia famiglia in Francia mi ha spinta inoltre, per potervi essere operativa, a dare una “struttura” al mio modo di partecipare al mondo dell’arte.

Appunto. Che struttura ha la Dena?
Una struttura leggera, non abbiamo una sede fissa, non abbiamo per missione l’organizzazione di mostre, ma abbiamo facoltà di aprire uffici e svolgere attività secondo la nostra missione, ove opportuno e richiesto.

Il motivo di questo impegno?
Il perché va individuato nel mio desiderio di favorire la presenza di giovani artisti italiani all’estero, in quel momento ancora molto penalizzati rispetto a quelli di altri paesi, per mancanza di sostegno istituzionale o privato. Considero fondamentale, nel percorso di un giovane artista, l’esperienza che si può maturare confrontandosi con la scena culturale di un altro paese, con l’impatto anche duro con realtà più ampie e complesse delle proprie. I soggiorni di studio, formazione, scambio, sono esperienze preziose: volevo creare la possibilità di offrirle agli artisti.
Il logo della Dena Foundation for Contemporary Art
Con che modalità si è dato avvio all’idea?

Creando la prima borsa del nostro Programma di Residenze per artisti e curatori, uno degli obiettivi della Dena Foundation, per un soggiorno presso l’Art Omi International Arts Center: fra i trustees, Dora Stiefelmeier, direttrice di Zerynthia, portò il contatto con questa istituzione che ha già festeggiato i suoi dieci anni: stabilimmo un accordo che perdura, secondo il quale selezioniamo ogni anno un artista per la Summer Colony. Tengo a dire che le borse per Art Omi sono assegnate, per scelta, ad artisti provenienti dal centro e dal sud d’Italia, ove le opportunità di borse di questo tipo sono scarse. A tutt’oggi ne hanno beneficiato Adriana Civitarese, Donatella Spaziani, Francesco Jodice, Nicoletta Agostini, Domenico Mangano, Stanislao di Giugno, Corrado Sassi, Luana Perilli. Va anche precisato che la maggior parte delle nostre borse sono su invito.

Giuliana Setari Carusi, cosa sei oltre a essere presidente della Dena Foundation? Da che tipo di storia personale e professionale provieni? Qualche pennellata della tua vita…
Parlare di ‘pennellata’ mi sembra appropriato. Credo che la connotazione principale attribuibile alla mia personalità, e alla mia esperienza personale, sia la familiarità e più ancora l’amore per l’arte e il suo mondo. Maturati come collezionista al fianco di mio marito Tommaso, appassionato e fine conoscitore di arte contemporanea, sulla base di una conoscenza diretta che risale agli anni della prima gioventù nella mia città natale, Pescara, accanto ad artisti come Ettore Spalletti che vi viveva, o altri come Accardi, Fabro, Pistoletto, Kounellis che vi esponevano. Una città da cui partii, già docente ordinario di lettere nei licei, proprio con una borsa di studio: quella del Ministero degli Affari Esteri, per il Collège d’Europe di Bruges ove conseguii il master in Hautes Etudes Europénnes. In realtà poi non mi sono occupata di administation, ma di progetti culturali e, negli Stati Uniti, di fundraising a sostegno di mostre italiane in Nord America. Esercitando fin d’allora io stessa una forma di mecenatismo. È anche successo che la nostra collezione sia cresciuta d’importanza – molte delle opere hanno incessantemente viaggiato e viaggiano, in mostra nei più importanti musei internazionali – e che sia stata esposta insieme allo SMAK di Ghent o alla Maison Rouge a Parigi. Riguardo alle borse per artisti, fui promotrice di quella a Margherita Manzelli, già nei miei anni milanesi, con Viafarini, un piccolo gruppo di collezionisti milanesi e il gallerista Guenzani, come anche di quella costituita dagli Amici sostenitori del Castello di Rivoli. Da presidente di Cittadellarte Fondazione Pistoletto, seguo inoltre il programma internazionale per giovani creativi di Unidee. Ma soprattutto tengo a dire che conoscenza ed esperienza sono maturate attraverso il rapporto personale con gli artisti, di alcuni dei quali io e mio marito possiamo considerarci rispettosi amici.
L'ex convento dei Recoletti a Parigi
Quali sono stati gli step della attività della Fondazione?

A Parigi, nel 2002, Bruno Racine, allora presidente del Centre Pompidou, mi segnalò che stava nascendo il Centre International d’Accueil et d’Echanges des Récollets dando nuova vita al secolare convento dei Récollets fondato da Enrico IV nel 1600. La Dena Foundation for Contemporary Art è stata invitata a far parte degli Organismes de parrainage del Centre. Sempre nell’ottica di un partenariato pubblico-privato, nel 2003, col Settore Giovani del Comune di Milano, l’Accademia di Brera e il Centre Culturel Français di Milano abbiamo avviato le residenze al Centre. Il legame prosegue con l’attuale Settore Tempo Libero, quest’anno sono stati selezionati Carola Annoni, Linda Fregni Nagler, Antonella Grieco, Alberto Tadiello. Con la Città di Torino abbiamo costituito due anni fa una borsa nell’ambito del Progetto Passaporto, su iniziativa della Fondazione Spinola Banna per l’Arte e con Unicredit Private Banking: è arrivata questo ottobre l’artista Paola Anziché. Più di recente abbiamo stabilito un accordo triennale con Museion, per il Premio d’artista offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano: il vincitore Michael Fliri resterà a Parigi per un periodo di sei mesi. Ultima nata in ordine di tempo è la borsa Upload an artist creata su richiesta di un mecenate che preferisce serbare l’anonimato. Questa nuova iniziativa è basata anch’essa sulla collaborazione con le accademie d’arte e le istituzioni deputate: quest’anno si tratta dell’Accademia Albertina di Torino da dove proviene il duo ConiglioViola.

Un bell’osservatorio per giudicare i ritardi del sistema Italia…
Molteplici. Ma non si possono attribuire tutti e solo alle istituzioni pubbliche, come alla mancanza del “sistema Italia” che effettivamente non esiste: ciascun attore della scena dell’arte deve prendere su di sé la propria parte di responsabilità. Non dimentichiamo che i grandi maestri italiani contemporanei riconosciuti in tutto il mondo, si sono affermati in anni in cui di struttura, di sistema, non si parlava proprio.
Michael Sailstorfer - U9 - 54°11.393N/012°07, 594E - 2007 - c-print - cm 50x70 - courtesy Zero..., Milano - photo Agostino Osio
I momenti di gloria in questi anni. Quali?

Quando abbiamo sostenuto la mostra di Carla Accardi la più giovane grande artista italiana al PS1 di New York nel 2001 e poi all’ARC nel 2002; quando Luca Vitone ha esposto la sua opera Eppur si muove nella mostra Déplacements nel 2003. Quando abbiamo pubblicato i libri dei vincitori del nostro premio internazionale Dena Foundation Art Award, assegnato, a ritroso, a Ryan Gander, Michael Sailstorfer, Michael Rakowitz, Luca Vitone, Fabien Verschaere: si trattava della prima vera pubblicazione monografica da essi stessi concepita. Quando sui cataloghi delle mostre Dada e Traces du sacré al Centre Pompidou sono stati pubblicati i testi delle nostre curatrici che hanno fatto pratica di stage presso il Centre. O per la pubblicazione del catalogo della mostra Inhabituel alla Fabbrica del Vapore con testi di Michel Maffesoli, Régis Debray, Hans Ulrich Obrist. I momenti ‘di gloria’ sono stati numerosi.

Lo staff. Da chi si compone e come hai trovato i collaboratori adatti a far girare gli ingranaggi della macchina.
Io stessa faccio parte dello staff, lavoro a tempo pienissimo! Mi assiste Marion Prouteau che avevo conosciuto stagiaire al Centre Pompidou al momento della mostra L’invention du monde, dove fu invitata a partecipare Rebecca Agnes, artista borsista nel 2003. Francesca di Nardo, già nostra curatrice borsista è rimasta con noi, fa la spola fra Milano e Parigi, dirige i programmi di residenza e cura progetti speciali, quali le giornate porte aperte agli ateliers degli artisti in residenza al Récollets o, l’altro anno, l’evento Round Trip, an Itinerary between New York, Paris and Milan; cura inoltre le nostre pubblicazioni. A Nicola Setari, per statuto segretario generale della fondazione, sono affidati compiti di consulenza; alla curatrice borsista ‘missioni’ relative alle attività in corso a Parigi. E poi ci sono le collaborazioni esterne.

Vi sono alcune altre fondazioni al mondo che fanno un lavoro comparabile al vostro. Quali sono le più autorevoli?
Penso a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto che organizza il formidabile programma internazionale di Unidee, all’Art Omi International Arts Center, vicino New York con le sue Summer Colonies, a Parigi c’è la Kadist Foundation, a Brussel il Wiels, a Praga il centro Futura.
Ryan Gander - He walked ahead, leading her through a blizzard of characters - 2008 - courtesy Galleria Maze, Torino - photo Simona Cupoli
Concludiamo con un giudizio sull’‘offerta’ di giovane arte italiana dal suo punto di vista privilegiato.

La proliferazione numerica, innanzitutto: la figura dell’artista è stata mitizzata, è divenuta simile a quella di una rock star, quindi ispira i giovani, che intraprendono una sorta di “carriera”. A questa giovano le molteplici opportunità offerte dai luoghi dell’arte che si sono anch’essi moltiplicati, con gallerie, associazioni, centri animatori di eventi. Cresce di pari passo la smania di comunicare in modo sempre più clamoroso, con glamour: ha notato la dimensione e l’originalità di certi inviti? Non sempre corrisponde la qualità della proposta. Forse non è cresciuta di pari passo la coscienza della necessità, da un lato di vero talento, dall’altro di spirito di sacrificio, di applicazione strenua delle proprie forze, di volontà inflessibile. Vorrei dire che ancora non viene avvertita la necessità della conoscenza delle lingue straniere, tutt’ora carente: eppure quanto torna utile quando si vuole e si deve presentare il proprio lavoro all’estero!

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a cura di massimiliano tonelli

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 53. Te l’eri perso? Abbonati!


Dena Foundation for Contemporary Art
2, Quai des Célestins – 75004 Paris
Info: tel./fax +33 0144549867; info@denafoundation.com; www.denafoundation.com

[exibart]

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