19 luglio 2001

La Net Art nelle Biennali Venezia e Valencia accolgono l’arte in Rete

 
La Net Art continua il suo processo di istituzionalizzazione e approda sul palcoscenico delle Biennali. Dalla storica manifestazione veneziana alla giovanissima kermesse spagnola...

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Dopo la statunitense Whitney Biennal, che nel 2000 aveva aperto le porte alle sperimentazioni d’artista in Rete, quest’anno è la volta di Venezia e Valencia che, sebbene con approcci e modalità diverse, offrono assaggi di creatività on-line.
La Net Art è arrivata in laguna grazie all’iniziativa di Aurora Fonda, curatrice del Padiglione Sloveno, che ha invitato a partecipare il pioniere di questa corrente artistica, Vuk Cosic e, come ospiti “stranieri”, gli italiani 0100101110101101.ORG. All’interno della piccola galleria A+A sono esposti due lavori “storici” di Cosic, riallestiti in modo mirato per adattarsi alla fruizione in uno spazio “fisico”. Su un computer al piano terra è possibile vedere Documenta Done, il famoso sito clone della decima edizione di Documenta, che inaugurò, nel lontano 1997, una lunga serie di siti “plagiati”, mentre al secondo piano un videoproiettore stampa sulla parete le ormai arcinote icone di History of Art for Airports, la storia dell’arte rivisitata attraverso l’uso della segnaletica areoportuale.
Il collettivo 0100101110101101.ORG ha lanciato invece il chiacchieratissimo virus biennale.py in collaborazione con il gruppo milanese EpidemiC. Nella galleria sono esposti due computer “infettati”, un grande telone con il codice sorgente del virus e due ordini di teche trasparenti contenti il cd rom del programma (disponibile al costo di 1500 dollari) e magliette con stampato il medesimo codice.
Ma non finisce qui, il vulcanico Cosic ha organizzato una sezione collaterale, parte integrante del progetto, il padiglione della Net.art, battezzato “Temporary Autonomous Pavillion”. Allestito in una piccola chiesa dismessa -S. Maria del Soccorso- il padiglione ha presentato, nei tre giorni del vernissage, una selezione di artisti comprendente, tra gli altri, Tom Jennings, l’inventore di Fidonet, Vinyl Video che presenta una singolare tecnologia per la compressione del segnale video nei solchi dei vinili, Heath Bunting e la corporation sovversiva Rtmark.
Un’approccio alla Rete praticamente opposto al concettualismo e al programmatico Low tech del Padiglione veneziano, è quello che caratterizza la selezione valenciana.
La Biennale di Valencia ha organizzato una sezione espressamente dedicata alla Web Art intitolata El Mundo Nuevo (all’interno della sezione “Il Corpo dell’Arte” dedicata alla cultura contemporanea e ai nuovi linguaggi) a cura di KwArt e Shockart.net. La selezione, realizzata per Shockart da Gianluca del Gobbo ed Emanuela Nobile Mino, comprende trentadue artisti provenienti da tutto il mondo, nel tentativo di offrire un campionario ampio e variegato delle possibilità che la Rete offre alla creatività. A parte il duo 0100101110101101.ORG + EpidemiC, che presenta anche in questa occasione l’estetica del codice sorgente del virus in codice Python, gli altri progetti (tra cui Squidsoup di James Lane e Anthony Rowe, Melondezign, Lucilla Loddi, Niko Stumpo, Robert Hodgin) sembrano concentrarsi sull’aspetto visivo ed estetico delle opere, attraverso la creazione di ambienti multimediali immersivi. Moltissime le animazioni realizzate mediante il player Shockwave Flash, con lunghi tempi di caricamento, sottofondi musicali ambient e miriadi di link da inseguire.
La prossima Biennale, quella di Tirana -organizzata da Giancarlo Politi, editore di Flash Art- inaugurerà a settembre e avrà anch’essa, l’immancabile sezione Web curata in questo caso niente meno che da Miltos Manetas e intitolata “10 Hours”.

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www.ljudmila.org/~vuk/
www.shockart.net
www.0100101110101101.org/

Valentina Tanni

[exibart]

3 Commenti

  1. E’ proprio la tua materia. Hai mai pensato di scrivere un libro sulla Net Art? Non credo ci sia niente in Italia… Sarebbe un bel progetto:-)

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