13 febbraio 2012

Due regioni del Sud e due modi di investire in arte. Contemporanea o locale, ma sempre per lo sviluppo del territorio

 

di

Il MARCA di Catanzaro
Da Pasqua anche Lecce avrà il suo museo. Si chiamerà Must e sarà ubicato nelle sale dell’ex convento di Santa Chiara. La data di apertura è fissata per il prossimo 1 Aprile. Un risultato che arriva dopo anni di lavori, iniziati con la firma di un protocollo d’intesa tra Agenzia del Demanio, Soprintendenza regionale per le attività culturali e l’ente di Palazzo Carafa. Un museo che ha iniziato la sua costituzione nel 2003 e che è stato finanziato con quasi sei milioni di euro (oltre due milioni giunti dai fondi Fas -Fondo Aree Sottoutillizate- e tre milioni e mezzo derivanti dai Pis -Programma strategico Integrato Sistemi commerciali). Il Must racconterà la storia della città attraverso reperti storici suddivisi per epoche e ovviamente, come in tutti i musei, sono stati previsti anche spazi complementari come una sala conferenze, bookshop, caffetteria, sale espositive destinate a mostre permanenti o temporanee di artisti locali contemporanei. Una rete museale, all’interno della città di Lecce che comprenderà anche il Teatro Romano e Palazzo Vernazza, che l’assessore alla Cultura, Massimo Alfarano, ha dichiarato di voler tenere aperta 365 giorni l’anno. «Negli ultimi cinque anni – ribadisce l’assessore – ci siamo impegnati molto per organizzare iniziative in grado di elevare il livello culturale dell’offerta che proponiamo a turisti e cittadini, il Must è l’esempio più importante di questa nostra azione».
Dalla Calabria arriva un progetto che di simile ha la spesa, ma si basa sulla promozione dell’arte contemporanea. L’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha indetto un bando di tre milioni e mezzo di euro per la Regione: «Si tratta dell’investimento pubblico più importante che si stia realizzando in Italia, in questo momento, nel settore dell’arte contemporanea». Un investimento che avrà durata triennale, pianificato nell’ambito dei fondi europei. Continua l’assessore: «Il bando prevede la possibilità di organizzare eventi, iniziative, manifestazioni e attività tese a promuovere l’arte di oggi, che abbiano ricadute positive sia in ambito culturale che economico». Dunque un progetto per crescere e per finirla con l’isolamento della regione dai circuiti, anche italiani, del contemporaneo e per introdurre sul territorio altre realtà che non siano solamente strutture piuttosto consolidate come il MARCA di Catanzaro ma che promuovano anche disegni formativi e sostegno di Associazioni, Fondazioni, progetti legati alla giovane imprenditoria nel campo della cultura. Il piano di Caligiuri ha previsto una spesa di circa tre milioni e mezzo per il 2012 che arriveranno a cinque alla fine del 2013. Dopo le cancellazioni siciliane dunque la rinascita calabrese? Speriamo. (m.b.)

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