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Arriva da Londra il giovane Oliver Osborne, classe 1985 e studi alla Royal Academy, a inaugurare, con una una sua cover, il nuovo numero di cura.magazine, che da questa sua 13esima uscita cambia anche pelle graficamente. Ma c’è un’altra sostanziale novità: da domani, e per due giorni, cura. apre, dopo la ristrutturazione, gli spazi del basement di via Ricciotti, a Roma, che darà inizio al primo dei Reckless Projetc e anche ad una nuova stagione di talk e che metterà in mostra per l’occasione anche tre lavori di Osborne, facendo uscire la pittura dell’artista, metaforicamente, dalla copertina. L’occasione, inoltre, non è solo quella della presentazione della nuova rivista, ma anche quella di una riflessione intorno al dualismo Figurazione-Astrazione che Osborne ha messo in scena, creando una serie di domande a partire da quei momenti del ‘900 dove la prima corrente è stata letteralmente ingoiata dai toni dell’astratto, quasi fosse un modello più autentico di pittura, una ragione filosofica, severa e profonda, in contrasto con la “dolcezza” della figura. Un tema di “copertina”, questo, letto da Isobel Harbison. Ma c’è un’altra novità romana per Osborne: nel corso di quest’anno il suo lavoro sarà esposto anche in un’altra delle giovani e più trendy realtà dell’arte contemporanea della Capitale; Frutta.