11 novembre 2013

Relazioni Reciproche/ Cuoghi Corsello

 
Relazioni Reciproche/ Cuoghi Corsello
In occasione della mostra “Relazioni Reciproche”, alla porta di Sant'Agostino di Bergamo, oggi a parlare è la coppia Cuoghi Corsello. Che bypassa indenne le domande sulle difficoltà o i pregi di essere “doppi” per raccontarci quanto la loro “Relazione Reciproca” sia invisibile, e per questo parecchio affascinante

di

Relazioni Reciproche: L’unione fa la forza e il confronto è costante, o ciascuno si prende i propri tempi e le singole personalità si incontrano al momento mettere nero su bianco un lavoro, ciascuno con le proprie idee? Quali sono le dinamiche della vostra creazione?
«L’opposizione. Come due comari ce la spassiamo, e spesso approviamo il progetto dell’altro senza neanche intervenire».
Cosa significa essere coppia nell’arte? Avete riscontrato delle difficoltà nella vostra carriera presentandovi in duo?
«Un ego doppio! O improprio. In passato volevamo fare una personale dal titolo “io sono io e tu sei tu”. È un tunnel a doppio fondo. Per le difficoltà invece…essere remunerati solo per uno!»
Che lavoro avete scelto di presentare alla Porta di Sant’Agostino, e perché?
«Un video inedito, sull’unicità del Campanù di Bergamo che suona alle 22 di sera 100 rintocchi, ogni sera dal medioevo quando, dopo “la sua canzone”, tutte le porte si chiudevano. Il video racconta di due ragazze che rappresentano “lo spirito delle ragazze” e non sanno se torneranno, o se rimarranno via per sempre; il video è frastagliato in diagonale, sul fianco della sala all’interno della porta Sant’Agostino: nella proiezione che avviene sulla parte di muro storico le ragazze tornano, mentre sulla superficie bianca di tempera le protagoniste staranno via per sempre. Il video si legge a fatica, è presenza di musica e disturbo luminoso, come se le presenze affiorassero da altrove. Anche la foto rovinata invecchiando nel tempo è una nostra proposta, una gigantografia su legno di 120 x 180 centimetri, un frame del 1991 del video I vibratori nello spazio della televisione dal titolo 18-10-91 ( la data di nascita della prima modella dello “spirito delle ragazze”). Gli altri lavori li ha scelti la curatrice se  ricordo bene. Ho fatto caso che tutti sono disposti come se si volessero nascondere, o passare inosservati. Suf! Light box, la testa di un nostro personaggio in lamiera dipinta di nero nella quale due occhioni, cerchi, si accendono e spengono molto gradualmente, è sistemata nel fondo destro della sala espositiva, tra le pietre divelte, dietro una cancellata, al buio. Standing door, una foto di una installazione dove una porta nera in un ambiente scuro sta eretta in equilibrio solo sulla sua base, lasciando passare al posto degli stipiti la luce bianca della stanza dietro, è posta nel book shop antecedente alla grande sala della mostra, senza illuminazione su di essa. Per finire Suf! Mago fata, una scultura bianco-verde, elaborazione delle lettere S U F, era ben illuminata, ma poi abbiamo abbassato la luce a led che la colpiva per dare risalto al video di Bianco Valente e mescolarla alla folla molto copiosa all’inaugurazione, come se fosse un esserino, un cagnolino».

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