20 novembre 2013

Relazioni Reciproche / Ferrario Frères

 
Relazioni Reciproche / Ferrario Frères
Un sodalizio artistico resiste finché la moneta lanciata resta in aria. Con questa metafora passiamo alla terza intervista dedicata alle coppie della mostra bergamasca “Relazioni Reciproche”, alla Porta di Sant'Agostino. Stavolta ad essere “radiografati” sono il duo Ferrario Frères

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Relazioni Reciproche: L’unione fa la forza e il confronto è costante, o ciascuno si prende i propri tempi e le singole personalità si incontrano al momento mettere nero su bianco un lavoro, ciascuno con le proprie idee? Quali sono le dinamiche della vostra creazione?
«Si procede per continui riallineamenti. È un riadattarsi costante da parte di un  sistema (i creatori) ad un nuovo equilibrio che la creazione di un’opera, vista come processo, sposterà inevitabilmente. È chiaro che essendo il creatore duale, la condizione d’equilibrio verrà recuperata nel confronto e nella continua ridefinizione delle posizioni reciproche».
Cosa significa essere coppia nell’arte? Avete riscontrato delle difficoltà nella vostra carriera presentandovi in duo?
«Si deve pensare ad una moneta in rotazione che finirà col cadere nel palmo del lanciatore. La visibilità delle due facce dipende sempre da condizioni esterne alla coppia: facilità di lettura delle personalità, ombra in cui finisce più spesso una faccia rispetto all’altra e così via. Un eccesso di questa metafora potrebbe essere la visione della Luna dalla Terra. In ogni caso l’impatto sul palmo della mano coinciderà con la fine del sodalizio».
Che lavoro avete scelto di presentare alla Porta di Sant’Agostino, e perché?
«Il titolo del lavoro è Gemini. È dedicato agli esseri duali visti come accumulo di esistenza conseguito per somma di piccoli apporti di vissuto provenienti da due diverse individualità».  

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