10 maggio 2014

Dentro l’opera di Doug Wheeler a Palazzo Grassi, per “parlare con le mani”. Uno “st_art” speciale e coinvolgente. Ce ne parla Marina Rotondo

 

di

Doug Wheeler, D-N SF 12 PG VI 14, 2012. Reinforced fiberglass, titanium dioxide paint, LED lights, and DMX control. 294 x 504 x 504 inches / 746.7 x 1280.2 x 1280.2 cm. Photo by Fulvio Orsenigo © 2014 Doug Wheeler; courtesy David Zwirner, New York/London

Dal 2009 i servizi educativi di Pinault Collection prendono il titolo di “st_art”. Cinque anni di attività che hanno coinvolto bambini e adulti, studenti e non, in due degli spazi più belli del contemporaneo a Venezia, Palazzo Grassi e Punta della Dogana.
E oggi pomeriggio, st_art si rinnova con un progetto speciale e performativo all’interno della fantasmagorica installazione di Doug Wheeler, all’interno della mostra “L’illusione della Luce” curata da Caroline Bourgeois.
Ogni mezz’ora, a partire dalle 15, Anna Ramasco in collaborazione con l’ENS di Mestre, presenterà una vera e propria performance interattiva realizzata da un gruppo di 50 sordi segnanti, che invaderanno lo spazio candido dell’installazione “avvolgendo” i visitatori in un crescendo sempre più rapido e fitto, sino a colmare l’intera area e senza mai smettere di segnare, creando un effetto coinvolgente e inaspettato in un ambiente già straniante.
«Con st_art manteniamo una costante attenzione all’accessibilità in senso ampio: tutte le attività sono proposte in cinque lingue più la LIS, lingua dei segni italiana. Oggi compiamo un altro passo, proponendo un’attività legata alla LIS e rivolta anche agli adulti. Questo lavoro si fonda sull’idea di l’arte contemporanea come crocevia di linguaggi diversi, e quindi aperta anche alla lingua dei segni», ci spiega Marina Rotondo, Responsabili dei servizi educativi di Palazzo Grassi. 
«Il concetto di inclusione, in generale, è alla base di tutto il lavoro che svolgiamo e da due anni abbiamo deciso di sviluppare il motivo dell’accessibilità, non come servizio da offrire ai visitatori ma come tema centrale dell’azione educativa. Come primo passo abbiamo deciso di concentrarci sull’accessibilità del pubblico sordo, non studiando programmi specifici per chi non sente, ma rendendo totalmente accessibili le attività per tutti.
In collaborazione con il dipartimento di Scienze del linguaggio di Ca’ Foscari e con il suo spin-off Veasyt abbiamo deciso di affiancare agli operatori didattici, in tutte le attività per le famiglie, un’interprete di lingua dei segni italiana (LIS). E in tutti gli atelier per famiglie di Pinault Collection è presente un’interprete che rende l’attività accessibile anche ai bambini sordi e alle loro famiglie, senza dover segnalare precedentemente la sordità, senza costi aggiuntivi».
Un altro modo di comunicare, che rientra nel pieno dell’aspetto educativo e del rispetto dell’altro, in grado anche di portare vita tra quel contemporaneo che molto spesso, specialmente in Italia, viene accolto con grande diffidenza dai non addetti ai lavori, famiglie comprese: «Queste attività permettono a tutti i bambini di avvicinare le opere, e ai bambini non udenti di interagire con i compagni insegnando loro qualcosa e ai bambini udenti di scoprire che esiste un modo diverso per comunicare, spesso più efficace!», chiosa Rotondo. E della performance vi racconteremo della performance tra qualche ora, sulla nostra pagina facebook. 

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