06 novembre 2014

Di chi è il Partenone?

 
A margine della proposta di Amal Clooney, forse la Gran Bretagna dovrà restituire opere alla Grecia

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Se l’imperialismo coloniale è morto, allora lo è anche quello culturale. Di che parliamo? Della proposta di Amal Clooney, avvocato e attivista inglese-libanese e moglie di George Clooney, che vuole restituire i marmi del Partenone conservati al British Museum al suo Paese d’origine, ovvero alla Grecia. 
Sembra impossibile, ma pare che, essendo stati letteralmente trafugati in seguito a “invasioni”, le proprietà dei marmi del V secolo del Partenone spettino di diritto ad Atene.
Un caso piuttosto imbarazzante, considerando che non è l’unico nel Regno Unito: le sculture del Benin, sempre conservate al British Museum, sono per esempio state prese in Africa durante un “raid punitivo” nel 1897.
Stesso discorso vale per la Francia, i cui musei sono pieni di tesori “rubati”, ma dove l’inviolabilità del “patrimonio nazionale” (di proprietà altrui) è ora in discussione . Il Guardian, il più autorevole giornale inglese, si schiera proprio a favore di un ritorno, in quella che definisce una nuova strada della modernità. Quale sarebbe invece un modo gentile per tenersi i tesori del Peloponneso? Per esempio seguire l’esempio della Germania, che ha sì raccolto reperti da un tempio sull’isola greca di Egina, ma allo stesso tempo il Governo germanico è in prima linea per la tutela dei Beni che alla Grecia restano.  
“Invece di vedere Atene come il suo nemico, il British Museum avrebbe dovuto anni fa, coinvolgere la Grecia nel mantenimento e nei lavori di scavo al Partenone”, scrive Jonathan Jones, che continua: “Quanto tempo i nostri musei potranno mantenere questa arroganza? Non molto. L’impero britannico è morto e con lui l’età del bottino culturale”. Amen.

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