17 dicembre 2014

Viaggiare per il mondo stando nel foyer di un teatro. Una mostra al Duse di Bologna, firmata da Paolo Gotti e dodici romanzieri

 

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Si intitola “Stories” e insieme a 13 fotografie scattate da Paolo Gotti, selezionate tra il suo monumentale archivio di immagini (10mila, scattate in 70 Paesi del mondo), ci sono ad accompagnarvi nella mostra Robinson Crusoe (1719) di Daniel Defoe, Cime tempestose (1847) di Emily Brontë, Anna Karenina (1877) di Lev Tolstoj, L’isola del tesoro (1883) di Robert Louis Stevenson, Racconti dei mari del sud (1921) di William Somerset Maugham, Sulla strada (1957) di Jack Keruac, Cent’anni di solitudine (1967) di Gabriel García Márquez (citato in due delle 13 stampe, in omaggio allo scrittore recentemente scomparso), Il nome della rosa (1980) di Umberto Eco, La polvere del Messico (1992) di Pino Cacucci, Oceano Mare (1993) di Alessandro Baricco, Vergogna (1999) di J. M. Coetzee, per finire con La strada (2006) di Cormac Mc Carthy. Siamo nel foyer del Teatro Duse di Bologna dove è in scena questo piccolo set che viaggia in parallelo tra fotografia e romanzi, quelli che Gotti, bolognese in giro per il mondo da 40 anni, ha scelto come suo compagni di viaggio, che hanno scandito anche la sua storia personale. 
Con il Mal D’Africa dal 1974, il suo primo viaggio, quello in cui «si sa quando si parte, ma non si sa quando si torna», Gotti ha associato la fotografia all’architettura e alla grafica, e ha costituito un atlante visivo di persone, paesaggi e situazioni attraverso un terzo occhio: quello della sua macchina Nikon, con la quale ha costruito anche l’ultimo dei suoi celebri calendari, presentato proprio in occasione del progetto emiliano. 

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