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Nello scenario dell’Ex Opificio ostiense, sede di RomaEuropa Festival, si è ufficialmente aperta oggi, al cospetto del sindaco Ignazio Marino e della presidentessa della Fondazione Monique Veaute, la trentesima edizione della tradizionale kermesse che quest’anno più che mai invaderà per alcuni mesi Roma con un programma denso di spettacoli e contaminazioni varissimi.
Varissimi sia nella scelta dei luoghi (15 spazi romani, teatri, auditorum ma anche spazi archeologici), sia in quella degli spettacoli di teatro, di musica, di danza e persino di arti circensi, messi in scena da artisti italiani e internazionali. L’arte ha avuto sempre un ruolo di mediazione tra differenti culture, favorendo la comprensione degli avvenimenti a noi contemporanei, e ancora più oggi in cui, come ricorda Lidia Ravera, Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della regione Lazio, «un intero mondo altro e ferito si sta riversando nel nostro» è fondamentale la sua funzione.
Vecchi habitué del festival come Akran Khan o Jan Fabre calcheranno i palchi, e potremo ritrovare vecchie conoscenze come Ascanio Celestini, o addirittura i CCCP, che con una nuova formazione eseguiranno per la prima volta dal vivo Epica Ethica Etnica Pathos. Ma allo stesso tempo 50 progetti provenienti da 21 Paesi diversi, e per la prima volta al Festival, garantiranno un tasso molto alto di freschezza, e una viva «pluralità delle estetiche», se vogliamo usare le parole del direttore della Fondazione Fabrizio Grifasi.
Fondamentale e inedita per questa edizione la collaborazione con la RAI, che trasmetterà sulle reti nazionali un trailer nuovo di zecca, ribadendo quella politica di allargamento e espansione del pubblico degli eventi culturali (anziché di riduzione elitaria) che fu sin dalla nascita una caratteristica di RomaEuropa Festival.
Presentato anche lo spettacolo 887 di Robert Lepage che, in prima europea al Teatro Argentina dal 23 al 26 settembre, narrerà una storia personale, ma anche la storia del movimento per l’indipendenza quebecchese, attraverso scenografie ipertecnologiche.
Potevano mancare le arti visive? Certo che no! Luminaria, sesta incarnazione di Digitalife, raccoglierà nei luoghi della Pelanda, dal 10 ottobre, 11 installazioni tematiche sulla luce, che saranno anche scenario per numerose performance in collaborazione con MacRo e MaXXI. Ma di questo parleremo più in là. Ancora qui? Correte a studiare il programma: www.romaeuropa.net/festival-2015/ (Mario Finazzi)