30 gennaio 2016

Fino al 7.II.2016 Paul Etienne Lincoln, The glover’s repository Guido Costa Project, Torino

 

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Una gigantesca teca da esposizione abitata da guanti innestati su manichini meccanici che si muovono, girano su se stessi come se danzassero un balletto meccanico. Questa l’ultima opera dell’infaticabile Paul Etienne Lincoln (1959, New York) esposta negli spazi della galleria Guido Costa. È da anni che Lincoln impressiona il mondo dell’arte per la sua coerenza e costanza produttiva: all’attivo ha non più di una ventina di opere, ognuna di queste frutto di anni di intenso lavoro. Ha impiegato circa sette anni per costruire la sua ultima opera, intitolata The glover’s repository, un tributo alla storia dei proprietari dei guanti. 
C’è il guanto di Mary Toft, in pelle di coniglio, perché ha cercato di convincere il mondo di poter partorire conigli naturalmente. C’è il guanto di Gabriele D’Annunzio, in seta e cotta di maglia, rappresentativo del suo carattere istrionico e saturnino. Quello di Ouladah Equiano, uno dei primi esploratori artici, interamente ricoperto da uno strato protettivo in gomma e spunzoni di cuoio. Il guantone da boxe di Primo Carnera. Quello di Yuri Gagarin, che con l’indice e il medio fa il segno della vittoria. Perfino il guanto di Re Zog I d’Albania, che ha subito cinquantacinque attentati e ne è scampato indenne da tutti e cinquantacinque. Tra il guantino di seta di Anna Eva Fay, collega di Harry Houdini, e il cuore meccanico dell’installazione, un gigantesco meccanismo creato su ispirazione degli ingranaggi del Big Ben, compare il guanto di Artur Cravan, poeta, boxeur, disertore, le cui avventure saranno d’ispirazione per Duchamp e tutti i dadaisti. 
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La maggior parte dei guanti esposti sono originali, pochissime le ricostruzioni storiche – anch’esse realizzate da Lincoln. L’installazione è coordinata da un cuore meccanico che attraverso un complesso sistema in coordinazione millesimale scandisce i movimenti dei manichini su cui sono innestati i guanti. Sigillate sotto teca, le vite dei proprietari dei guanti si animano, vivono il tempo presente, colmano la distanza storica che le separa dai loro sogni e la nostra quotidianità. Lincoln rende eterni i sogni di gloria di Napoleone, di Yuri Gagarin, di Primo Carnera. Ogni personalità storica è accomunata da un tradimento, sottile o evidente che sia, da un fallimento, catastrofico o ordinario: i guanti, e con essi il loro perentorio movimento, scandiscono un tempo perduto e in rovina. Il gigantesco macchinario che Lincoln ha inventato riesce a riportare in vita solo una parte della loro esistenza, creando una vera e propria metonimia da esibizione. Trasmissioni a frizione collegano ogni guanto al nucleo dell’installazione che imprime un movimento calibrato secondo gli anni di vita del proprietario. La mostra è un ripostiglio storico che vive e pulsa grazie alla sensibilità storica di Lincoln nel ridare vita ad un semplice capo d’abbigliamento, un tempo ornamentale, oggi quasi dimenticato, se non per proteggere dal freddo invernale. Lungo i muri dello spazio della galleria corre una teoria di disegni e schemi meccanici che illustrano il procedimento di creazione e il funzionamento di ogni singolo manichino; a corredo di questi, un breve testo racconta l’intuizione di Lincoln nell’aver selezionato i personaggi, e con essi, i loro guanti.
Alessandro Ferraro
Mostra visitata il 7 novembre 2015

Dal 7 novembre 2015 al 7 febbraio 2016
The glover’s repository, Paul Etienne Lincoln
Guido Costa Project
Via Mazzini 24, Torino
Orari: da lunedì a sabato, 15.00-19.00
Info: 011 8154113

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