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I principali musei della Russia non hanno prestato opere d’arte agli Stati Uniti dal 2011, ma una firma del Presidente uscente, Obama, potrebbe sistemare un poco le sorti, e riaprire almeno in parte i canali diplomatici tra i due Paesi, proprio attraverso l’arte.
Ci sono ovviamente eccezioni al disegno di legge, come per i casi di proprietà che violano il diritto internazionale, in particolare per le opere d’arte saccheggiate dalla Germania o dai suoi alleati durante la seconda guerra mondiale, o qualsiasi altra opera presa dopo il 1900 come “parte di una campagna sistematica di confisca coercitiva o appropriazione indebita di opere provenienti da membri di gruppi etnici mirato e vulnerabili”; in quest’ultimo caso si tratta invece di una legge che in italiano si può definire come “Progetto Restituzione Arte Olocausto”, ampiamente criticata da Putin (chissà perché) e che ha contribuito a gettare benzina sul fuoco in questo accordo che però potrà aprire allo stesso tempo uno spiraglio. Specialmente ora che Donald Trump si appresta ad arrivare a Washington, ringalluzzito anche dal direttore del Museo di Stato di San Pietroburgo, L’Hermitage (nelle foto), Mikhail Piotrovsky, che ha ricordato che il prossimo Presidente ha dichiarato che il museo della città russa “è il migliore del mondo”
«Mi auguro che questo disegno di legge permetterà di ottenere garanzie governative per nuove mostre. E poi finalmente la Galleria dei Tesori dell’Hermitage potrà essere mostrata a Houston, e vedremo Poussin da Philadelphia, o il Laocoonte di di El Greco da Washington», ha ricordato il direttore russo.
I musei della Russia non prestano opere d’arte agli USA da ormai 6 anni, dopo che un giudice americano ordinò alla Russia di restituire un insieme di libri a una comunità ebraica di Brooklyn. Vedremo come andrà a finire.