11 gennaio 2017

Barberini e Corsini, ovvero due gallerie sotto lo stesso cappello. Ecco cosa cambia nella gestione dei due splendidi palazzi romani

 

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Il nuovo anno inizia con buoni propositi, che speriamo diventino interessanti realtà. L’occasione è la presentazione delle gallerie nazionali Barberini Corsini riunite sotto un unico cappello. Speranze ce ne sono, a cominciare dalla direttrice Flaminia Gennari, giovane dinamica e con grandi  esperienze all’estero, che le saranno utili a Roma. Palazzo Barberini si apre dunque con due piccole mostre, che sono probabilmente – benché molto interessanti – utili a focalizzare l’attenzione su un nuovo percorso che sta prendendo linfa nuova da quasi un anno. Due esposizioni, piccole in verità, ma che sottolineano una l’acquisizione importante da parte della galleria di un quadro finora presente nelle collezione del museo di Bassano del Grappa, il Ritratto del principe Abbondio Rezzonico, e  l’altra invece, probabilmente più interessante, in cui si mettono in mostra alcuni capolavori caravaggeschi della Collezione MUZA de La Valletta di Malta.
Ma ci sono anche altre novità, a partire dai 9 milioni di euro concessi dal CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Sono soldi che serviranno, dice sempre la direttrice, per creare un museo che parli e che non sia un semplice manuale di storia dell’arte. Dunque una caffetteria, un bookshop, supporti multimediali adeguati  e ancora, e soprattutto una acquisizione importante, dell’ultima porzione del palazzo, oltre settecento metri quadri, probabilmente consegnati agli spettatori nella seconda età del 2018. Importanti cambiamenti anche dal punto di vista della comunicazione, e nuove energie per gli apparati social. (Sabrina Vedovotto)

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