17 maggio 2017

Luigi Ontani e l’Evangelista

 

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Strano destino quello di san Luca. Medico, ma soprattutto evangelista. Autore del più lungo e raffinato dei quattro Vangeli canonici, nonché degli Atti degli Apostoli. I suoi quadri più belli, dunque, Luca li ha “dipinti” certamente non con il pennello, ma con la sua penna. Eppure per la sua abilità nell’usare le parole come se fossero pennellate sulla tela, oggi viene ricordato spesso proprio come pittore. E in queste vesti, che storicamente poco gli appartengono, lo vediamo ritratto sulle pale di altare o nelle pinacoteche in giro per il mondo. Gli sono attribuiti pure una serie di dipinti, le cosiddette “Madonne nere”, venerate da secoli nella cristianità. A questa imprevista, fortuita, ma – aggiungerei – tutt’altro che deprecabile fama, contribuisce da molto tempo anche la benemerita Accademia che porta il suo nome, con sede a Roma, a Palazzo Carpegna, poco distante dalla fontana di Trevi. E da oggi anche il più camaleontico artista della scena italiana, Luigi Ontani, fa la sua parte al riguardo. In occasione, infatti, del conferimento del “Premio Presidente della Repubblica 2015” assegnato a Ontani, l’Accademia Nazionale di San Luca inaugura, tra qualche ora, nelle sale espositive di Palazzo Carpegna, una personale dell’artista che ne ripercorre la carriera. Un evento che si preannuncia tutto un programma già dal titolo. Con il consueto, sapiente, gioco di parole a cui Ontani ci abitua da decenni. E che questa volta dedica all’Evangelista, padrone di casa: “SanLuCa҆stoMalinIc҆onicoAttoniTὀnicoEstaEstE᾽tico”. Così per un santo evangelista che, suo malgrado, ha vestito i panni altrui di pittore, ironia della sorte l’Accademia che ne porta il nome ospita l’artista che del camuffamento ne ha fatto una professione geniale e il suo più antico flirt. Mi riferisco, per esempio, ai tableaux vivants dei primi anni Settanta, tra le sessanta opere in mostra, quando a Ontani nulla lo divertiva di più quanto farsi fotografare nei panni di figure storiche, mitologiche, letterarie e popolari, tra cui Leonardo, Raffaello, Cupido, Pinocchio, Dante Alighieri, Garibaldi, Georges de La Tour, san Sebastiano, san Girolamo, l’arcangelo Gabriele, oltre san Luca ovviamente. E Ontani lo ha fatto nelle immagini fotografiche, come nelle più recenti sculture, nelle ammalianti erme in ceramica, nei video, nelle complesse installazioni che lo vedono protagonista. Insomma, la sua ricerca sembrerebbe quasi potersi sintetizzare in questa battuta: “Guardarsi allo specchio, che dice: ci hai creduto, faccia da velluto”. È il tema dell’identità che Ontani vive in modo del tutto originale sulla sua pelle, restio a farsi incasellare in etichette e tendenze. Con buona pace della globalizzazione. (CBS)

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