08 giugno 2017

Le torri di Ibrahim Mahama per documenta14

 

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Questo che vedete nelle foto è il Torwache di Kassel, o meglio, quello che rimane oggi di un progetto di costruzione di un edificio palaziale ideato dell’architetto Heinrich Christoph Jussow, interrotto nell’Ottocento a causa delle guerre napoleoniche. In occasione della quattordicesima edizione di documenta l’esterno dell’edificio è stato avvolto interamente da brandelli di sacchi di juta cuciti insieme per l’installazione site – specific di Ibrahim Mahama. Nato in Ghana nel 1987, Mahama si serve di sacchi che sono stati usati dai commercianti del suo paese d’origine per l’esportazione di materie prime verso l’America e l’Europa, come testimonianze tangibili della storia del commercio globale e dell’economia capitalistica. Forse alcuni ricorderanno l’intervento dell’artista alla Biennale di Venezia di Okwui Enwezor, che aveva coinvolto il lungo corridoio che conduce i visitatori fuori dall’Arsenale. Nelle numerose installazioni di Mahama, musei, edifici governativi, ministeri, teatri e stazioni ferroviarie vengono avvolti con sacchi cuciti precedentemente con l’aiuto di gruppi di persone, trasformandosi poi in spazi con altre caratteristiche, a cui vengono imposti nuovi significati e nuove forme. Il Torwache, al cui interno sono state allestite le opere di Oskar Hanses, Edi Hila, Annie Vigir & Frank Apertet e Lois Weinberger è sicuramente l’installazione che, insieme al Partenone di libri di Marta Minujín, colpisce di più in questa documenta14, a un primo sguardo un po’ assopita, o forse, ancora da scoprire pian piano.  (NG)

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