18 giugno 2017

Art Basel/7. Tutto quello che avreste potuto vedere e abbiamo visto per voi. Parte 1

 

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L’Art Basel 2017 conferma la sua fama di fiera d’arte contemporanea di alto livello. Attraverso le opere presentate, storiche e più recenti, dimostra di partecipare attivamente alla riflessione sull’attualità del linguaggio artistico delle avanguardie. Grazie a una selezione accurata delle opere da parte delle gallerie, la Fiera di Basilea è anche una vetrina eccezionale dell’arte di tutto il ventesimo secolo, dalle avanguardie storiche alle nuove proposte emerse negli ultimi anni. Oltre all’ampio spazio della Messeplatz, si possono visitare altre due manifestazioni, Volta 13 al Markthalle e Liste, consacrata essenzialmente alle gallerie emergenti. 
Apre la fiera la Fondazione Beyeler con Monet, Mondrian e un bellissimo dipinto di Mark Rothko. È impossibile in un breve spazio rilevare e commentare tante opere di grande qualità. Ci dispiace proprio. Vi sono varie testimonianze storiche: Marcel Duchamp, Max Ernst, Picabia, Kandinsky,Picasso, Hans Arp, Schwitters, Man Ray, Calder, Morandi, per citare solo alcuni nomi ecellenti. Ma anche le diverse generazioni esordite nella seconda metà del secolo scorso sono ben rappresentate: Gerhard Richter, Mark Rothko, Louise Bourgeois, Andy Warhol, Marcel Broodthaers, Piero Manzoni, Pino Pascali, John Chamberlain (con una decina di compressioni di acciaio colorato sparse tra varie gallerie), Robert Ryman, Richard Serra, Yves Klein, Giulio Paolini, Maurizio Scarpitta, Sigmar Polke, Thomas Schutte, Tony Cragg, Tadashi Kawamata, Gina Pane, Jan Dibbets, John Baldessari, Chris Marden, Bruce Nauman, Tom Wesselmann, Robert Therrien, Daniel Buren, Christian Boltanski, Mimmo Rotella, Raymond Hains, Maurizio Scarpitta, Domenico Gnoli, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Pier Paolo Calzolari, Enrico Castellani, Carl André, Bertrand Lavier, Paolo Icaro, Sophie Calle, Wolgang Laib, Jaume Plensa. Senza dimenticare i più giovani ma non meno famosi Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Tacita Dean, Tatiana Trouvé
Rivediamo con curiosità artisti scarsamente presenti negli ultimi anni, Jenny Holzer e Barbara Kruger. Si riconoscono così Barbara Bloom e Joan Jonas, accolti con attenzione dalla galleria milanese Raffaella Cortese. Nello spazio allestito da Lisa e Tucci Russo ci sono diversi lavori che hanno segnato la storia dell’arte italiana degli anni 60-70. Al centro campeggia un capolavoro di Mario Merz, mostrato per la prima volta a Torino, nel 1976, nella galleria omonima. Unisce l’architettura elementare del guscio di una lumaca, appoggiato al centro della tela, attorno al quale si sviluppa il disegno, segnato da distese di argilla, della progressione Fibonacci. All’origine le tele scandivano lo spazio dello studio dell’artista che si apriva su quello della galleria. Il dipinto riassume egregiamente la poetica di Merz che nel linguaggio dirompente dell’arte povera inserisce l’eredità rinascimentale delle tre arti, scultura, pittura e architettura, unite dal disegno, nell’osservazione della natura. Ci sono tre opere di Giovanni Anselmo: una fotografia del 1970 e due sculture che riflettono il contrasto fra peso e leggerezza della materia. Accanto ad una pietra sospesa alla sommità di una tela bianca e tenuta da un filo metallico che regge malgrado il peso, si innalza nell’aria (1966) una palla di polisterolo, dipinta di rosso, scolpita attorno ad una asta di metallo che la sorregge. L’artista sudafricano che vive a Berlino, Robin Rhode, rende omaggio a Carl André, trasformando ed interpretando in una lettura bidimensionale la dislocazione al suolo della scultura del minimalista americano, presente d’altronde in diversi spazi dell’Artbasel. Un personaggio tenta di superare il muro di mattoni. Ci riuscirà ? Vicino, un groviglio di elementi naturali compongono una sfera. E’ l’opera raffinata di Christiane Lohr dal titolo Grosse Samenwolke, che esprime con intelligente leggerezza e perizia tecnica la propria sensibilità alla natura. (Michele Humbert)
Qui la seconda parte
In home: Lucio Fontana, Vaso con Rose, 1955, Galleria Karsten Greve
In alto: Mario Merz, Lumaca Spirale, 1976, particolare, Galleria Tucci Russo

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