11 settembre 2017

Banksy arrestato. Anzi no, è il comunicato stampa della sua prossima mostra

 

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Clamorosa notizia nel mondo dell’arte contemporanea. Banksy è stato arrestato nel corso della presentazione di una mostra, in territorio palestinese. La polizia locale ha lavorato in sinergia con la Anti-Graffiti Task Force di Londra e, al termine di un lungo pedinamento, ha tratto in arresto il pericoloso criminale, rendendone note le generalità. Grande soddisfazione espressa da Donald Trump che, dal suo profilo Twitter, ha commentato così: «finalmente abbiamo preso il terrorista conosciuto come Banksy. Spero che avrà il massimo della pena per i suoi crimini e che non vedrà mai più la luce del sole». 
No, non è Lercio ma il Nevada County Scooper, cioè qualcosa di molto simile, satira in salsa States. Fatto sta che la news, scritta in perfetto stile giornalistico, corredata di screenshot al post del Presidente e di video dell’arresto, ha fatto rapidamente il giro del web. E quindi, rimpallando da una bacheca a un’altra, è diventata vera, suscitando una ridda di commenti. Ma che la fake fosse dietro l’angolo l’avevano intuito in molti, già prima dell’intervento dei fact checker, i professionisti dediti all’accertamento delle fonti, considerando anche i numerosi precedenti simili, visto che l’identità dello Street Artist, la sua inafferrabilità, sono argomenti topici da diverso tempo. L’ultimo clamoroso arresto risale al 2014, la notizia venne riportata da National Report, sito dal nome e dalla grafica autorevolissimi ma spietatamente dedito alla satira, un genere che spesso tende a confondersi con il fenomeno della fake news. E le fughe di nomi sono ancora più frequenti, l’anno scorso un giornalista inglese assicurava che Banksy e Robert Del Naja, frontman dei Massive Attack, fossero la stessa persona. 
Banksy, chiunque esso sia, conosce benissimo i controversi meccanismi della comunicazione contemporanea e li manipola ad arte, riuscendo a mantenere un basso profilo, per finire sulla bocca e sugli schermi di tutti al momento giusto. Infatti, la notizia dell’intervento artistico in Palestina, nel suo Walled Off Hotel, è vera e ne abbiamo scritto qui. Un comunicato stampa di una mostra, in forma di cronaca nera? Si può. 
Intanto, in diverse parti del mondo, compaiono e scompaiono le sue opere. In queste ore, a Calais, è stato ricoperto uno stencil che raffigurava la Zattera della Medusa, dipinto di Théodore Géricault. L’opera era anche protetta da un pannello di plexiglas ma i proprietari dell’edificio hanno preferito salvaguardare l’integrità coloristica dello stabile, passando una corposa mano di bianco. Il Bristol Post invece riporta la notizia di una nuova opera comparsa, nella notte tra il 9 e il 10 settembre, sul muro di un palazzo di Cheltenham. (MFS)

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