12 settembre 2017

Nuova musica per Zabriskie Point. Da Marsèlleria, a Milano, sonorizzazione del cult di Michelangelo Antonioni

 

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Una villa meravigliosa, ricca di ogni confort e affacciata su un panorama sconfinato, un deserto montuoso e vibrante di desolazione. E poi l’esplosione, una sequenza in slow motion che, procedendo per accumulazione, offre diversi punti di vista sugli oggetti in deflagrazione, pareti, finestre, arredi, elettrodomestici, sospesi tra le fiamme. È la potenza dell’immaginazione di Daria, evocata dall’iconico finale di Zabriskie Point, una scena entrata nell’immaginario collettivo anche per il commento sonoro dei Pink Floyd, che vi adattarono Careful with That Axe, Eugene, splendido brano pubblicato nel 1968 nell’album Ummagumma. L’accostamento tra immagine e suono è perfetto e per arrivare a questo risultato, il processo fu lungo e difficile. Roger Waters ancora ricorda l’inferno che gli fece passare Michelangelo Antonioni e sappiamo dei contrasti tra il regista e la Metro Goldwyn Mayer che, che a sua insaputa, aveva inserito, proprio nella scena finale, una traccia di Roy Orbison, musicista rappresentato dalla divisione discografica della compagnia di produzione. E se la musica fosse stata un’altra? Da Marsèlleria, piattaforma multidisciplinare aperta nel 2009 negli spazi di via Paullo, Milano, potremo riscoprire questo cult della cinematografia, attraverso una nuova interpretazione sonora, in occasione di Nine Film Endings, mercoledì, 13 settembre. Organizzato da Francesco Tenaglia, il progetto ha coinvolto nove artisti internazionali di area elettronica, ambient e sperimentale – Mark Fell, Heroin In Tahiti, James Leyland Kirby, Will Long, Abul Mogard, Panoram, Akira Rabelais, Claude Speed, Telespazio – nella creazione di musiche originali, alternative al brano di Orbison. Con questo nuovo sottofondo, cambierà anche la lettura del film?

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