23 settembre 2002

fino al 19.XI.2002 Renoir e la Luce dell’Impressionismo Milano, Fondazione Mazzotta

 
Il colore è il vero protagonista della pittura dalla seconda metà dell’Ottocento: l’Impressionismo riesce, proprio grazie ai giochi cromatici, a “catturare” la luce e Renoir fu uno dei grandi maestri di questa rivoluzione che oggi rivive alla Fondazione Mazzotta…

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Claude Monet esprimeva così la vera essenza della sua poetica figurativa: Cogliere l’attimo fuggente o almeno la sensazione che lascia, è già sufficientemente difficile quando il gioco di luce e di colore si concentra su un punto fisso, ma l’acqua essendo un soggetto così mobile e in continuo mutamento è un vero problema. Un uomo può dedicare l’intera vita ad un’opera simile. Dunque per Monet, e quindi di riflesso per gli impressionisti, il  renoir-madeleine adam vero scopo della pittura è saper cogliere l’istantanea impressione di toni e colori che la luce provoca quando colpisce l’oggetto. Questa concezione squisitamente cromatica, che rimanda alla pittura tonale veneziana del Cinquecento, ribalta completamente la rigida impostazione accademica che, viceversa, vedeva nel disegno puro – per intenderci la linea di contorno – la reale prerogativa di un vero artista. Renoir accoglie immediatamente la novità impressionista, anzi è in prima fila quando, nel 1874, viene inaugurata, senza alcun successo, la prima storica mostra del movimento: la sua suadente visione del reale, la grande capacità tecnica e, persino, il suo amore per la pittura rinascimentale italiana si fondono perfettamente nella grandiosa tavolozza cromatica dell’impressionismo. Un’opera come il Moulin de la Galette, ora la Museo d’Orsay, non è solo uno straordinario inno alla vita e al divertimento ma anche un’autentica sinfonia di colori che annullano lo spazio prospettico rivoluzionando totalmente la scena pittorica francese della seconda metà dell’Ottocento. E’ possibile rivivere questa eccezionale rivoluzione visitando le sale della Fondazione Mazzotta dove sono esposti capolavori non solo di Renoir ma anche di Courbet, Monet, Manet, Sisley e Delacroix. Osservando le tele esposte notiamo quanto limitativo sia la semplice equazione Renoir=Impressionismo: in realtà riscopriamo un artista eclettico, versatile, capace, caso pressoché unico tra gli impressionisti, di passare con disinvoltura assoluta dal ritratto al paesaggio. Le frementi chiazze di colore che animano la Danse a Bougival, autentico capolavoro del 1883, le ritroviamo anche nei bianchi del pizzo della Femme au Jabot Blanc, ritratto del 1880, così come nel bellissimo paesaggio Jeune Fille sur le Sentier dell’83. La forza dei colori puri “gettati” direttamente sulla tela con piccole e veloci pennellate rendono profondamente viva la pittura riuscendo a trasmettere la sensazione che il pittore abbia “catturato” la luce. Questa sensazione emerge anche dallo spettacolare paesaggio di Alfred Sisley, Champs de Coqulicots del 1875, testimonianza di come, almeno inizialmente, i giovani artisti del movimento avessero il medesimo obiettivo figurativo. Ma Renoir rimarrà sempre profondamente legato alla grande pittura italiana, Raffaello in particolare, tanto che, dopo i viaggi in Italia dei primi anni renoirottanta dell’Ottocento, la sua impostazione formale muterà radicalmente nel tentativo di equilibrare il rapporto tra il colore e il disegno. Occorre dire che non sempre Renoir raggiungerà questo traguardo risultando, a volte, poco incisivo e soprattutto privo di quella gioiosa voglia di vivere tipica del suo periodo impressionista: sono di questo controverso periodo i ritratti femminili dalle forme sode e compatte che richiamo spesso Tiziano Vecellio. Dunque una grande occasione non solo per ammirare l’opera pittorica di Renoir (viene praticamente ricostruita tutta la sua carriera) ma anche la sua parte grafica e per scoprire la serie di acqueforti di Eduard Manet che, personalmente, ritengo tra le migliori opere esposte alla Mazzotta.

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Il sito della Fondazione Mazzotta

luca scalco


Renoir e la Luce dell’Impressionismo
Dal 19 settembre al 17 novembre 2002
Fondazione Mazzotta, Foro Bonaparte 50 (Zona Castello Sforzesco), Milano
Orari: 10.00 -19.30; martedì e giovedì 10.00-22.30; chiuso il lunedì
Prezzi: intero € 5,50 ridotto € 4,50, gruppi e scuole € 3,50
Informazioni: tel. 02/878197, fax 02/8693046, email informazioni@mazzotta.it


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