28 settembre 2017

Le Scuole romane

 
Oggi è la volta dell’apertura della sede romana della galleria Bibo’s Place di Andrea Bizzarro e Matteo Boetti, a distanza di quattro anni dall’avvio di quella a Todi

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Apre oggi le danze lo spazio romano della galleria Bibo’s Place, come vi avevamo anticipato. E si parte da un omaggio a Roma con la mostra “Scuole romane”, per ripercorrere alcune delle più importanti stagioni che hanno segnato la storia della Città Eterna come quella dell’arte italiana, nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri. Dalla “Scuola romana” di via Cavour (in esposizione c’è una Veduta di Roma di Mario Mafai), a quegli artisti  che, a ridosso della seconda guerra, maturarono un nuovo linguaggio “realista”, come Fausto Pirandello (presente con una Scena bucolica del 1929, un disegno già esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, in occasione della sua antologica del 1977). Oppure come Franco Gentilini, documentato con Le Streghe sopra New York del 1954, opera preparatoria per un dipinto mai realizzato, che avrebbe dovuto occupare i locali del Caffè Strega di via Veneto, già nella collezione di Guido Alberti, fondatore del Premio Strega e del Caffè Strega.
Tra prospettive di sviluppo e continuità, negli anni Sessanta è il momento della “Scuola di Piazza del Popolo”. Un Half Dollar di Franco Angeli del 1966 apre questa sezione, seguito da un Kennedy di Cesare Tacchi (un grande bozzetto preparatorio per un’opera poi andata distrutta), da una carta di Giosetta Fioroni del 1969, dal titolo Erica, e da un Collage del 1960, un Senza Titolo del ’62 e un Michelangelo del ’67 di Tano Festa. A chiudere una pagina tanto gloriosa dell’arte nella Capitale, Mario Schifano, con un Paesaggio del 1970 e dei Gigli d’acqua del 1982.
Si approda, infine, negli anni Ottanta all’ex pastificio Cerere con la “Nuova Scuola Romana” o “Scuola di San Lorenzo” (dal nome del popolare quartiere). Attraverso le opere di Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli, realizzate appositamente per la mostra, si intende ripercorrere una straordinaria vicenda artistica ed esistenziale che rappresenta un importante contributo al rinnovamento della pittura e della scultura nell’arte contemporanea italiana ed europea. Anche Leonardo Petrucci, che già da anni ha il suo studio all’interno del Pastificio Cerere, è presente con una nuova opera, Non ora non qui (clessidra e sabbia nera).
Pur nella varietà dei linguaggi espressivi delle “Scuole romane”, in un arco temporale che ormai ha compiuto un secolo, è tuttavia possibile rintracciare degli elementi comuni che ne hanno contraddistinto il percorso. Vale a dire un legame intimo, quasi viscerale con la città di Roma, con i suoi colori, sapori, odori, con le sue vestigia dell’antico; e la devozione al “mestiere” del fare arte e alla sperimentazione. Nonché una repulsione congenita a qualsiasi conformismo ideologico. Che fortunatamente persiste tutt’oggi, anche nelle sue propaggini più recenti. In gran parte ancora da documentare. (Cesare Biasini Selvaggi)

In alto Tacchi Cesare Kennedy, progetto per un quadro, 1966, tecnica mista e collage su carta, cm 70×100
In home:  Mafai M., Tetti di Roma, 1950, olio su tela, cm 40×50
INFO
Opening: ore 19.00
Scuole romane
dal 28 settembre al 28 novembre 2017
BIBO’S PLACE
Via Ulpiano, 51 – Roma
tel. 335/8420442 – info@bibosplace.it
orari: da mercoledì a venerdì, 15.00-19.00; sabato: 10.00-13.00 / 16.00-19.00. O su appuntamento 

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