02 ottobre 2017

L’uomo qualunque che spara

 
Il "Giro del Mondo" oggi non può che essere dedicato all'ennesima, folle, "esecuzione di massa" negli Stati Uniti. Oltre la "banalità del male"

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Al Signor Adolf Eichmann fu chiesto di organizzare lo sterminio, nella Germania nazista. Lui eseguì gli ordini. Ecco dove si annidava la banalità del male. Certo, nulla a che vedere – come proporzioni – con i fatti di Las Vegas, ma quel che è certo è che negli Stati Uniti, le cose sono state anche peggio. 
Perché nessuno ha dato ordini a Stephen Paddock, se non la sua coscienza. Certo, l’ISIS ha rivendicato, ma mai come in questo caso la presenza degli islamici è una barzelletta agli occhi di tutti: il folle spara e dal Medio Oriente arriva il “era uno di noi”. Storia vecchia, visto che Paddock – oltre ad essere il più anziano criminale di queste ondate di violenza (aveva 64 anni) – era anche un cittadino statunitense. Abitava a Mesquite, cittadina a 150 chilometri dalla Festa Country attaccata nella Capitale del gioco d’azzardo e nella sua casa non è stato trovato nulla di particolare. Peccato che, nell’albergo dal quale sono partiti i colpi, il Mandalaya Bay, avesse 10 pistole: «La sua vita era un libro aperto. Era andato al college, aveva un lavoro: qualcosa deve essere successo, era solo un ragazzo», sono le parole del fratello, riportate dal Corriere della Sera. E i pettegolezzi che scavano nella sua vita già si sprecano: l’uomo dal 2015 viveva in una casa del valore di 300mila euro, in un quartiere chiuso in cui c’è un campo da golf, piscine all’aperto e al chiuso, una palestra e un centro ricreativo, i residenti devono avere più di 55 anni e nessun bambino è ammesso. Un romanzo di James G. Ballard, e per chi non lo conoscesse consigliamo giusto due titoli: Cocaine Night e Regno a Venire. Scoprirete, tramite le pagine dello scrittore inglese, quanto la “mediocrità” possa essere immensamente violenta; forse addirittura più “comprensibile” della medesima violenza dettata da condizioni politiche, per esempio.
Perché? Perché dettata da un’esistenza disperata che – forse – non comprende di essere tale. Colpa della società? Della famiglia? Dello stile di vita? Poco importa. Perché poi, a rimetterci, è la stessa società, le famiglie, gli stili di vita. «Sembrava una persone normale», riportano ancora i media. Così normale da diventare mostruoso in un lampo, e sparire. 

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