05 ottobre 2017

mmm, che buona la Abramovic

 
Ma che bontà, ma che bontà, ma che cos'è questa robina qua? La Abramovic in un macaron

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L’abbiamo appena incontrata ad Alba, dove invitata dalla Famiglia Ceretto – tra i più famosi produttori di vino al mondo – ha tenuto un seminario sulla sua visione della performance, e ha installato il suo video Holding the milk (della serie La cucina. Omaggio a Santa Teresa) nel coro della Chiesa della Maddalena. 
E cosa manca alla fine di questa arte fatta con elementi legati all’alimentazione? Un bel dolcetto. E così, in occasione di Frieze, Marina Abramovic ha ideato insieme a provetti professionisti della pasticceria una nuova creazione, in “tiratura” limitata: un macaron, il celebre dischetto francese, che promette di catturare il gusto dell’artista serba, e di permettere ai suoi fan di sperimentarla in modo nuovo.
“Amo i dolci, c’è qualcosa di così rilassante in loro; è come l’amore” ha dichiarato la Abramovic (che in realtà a Londra non pare essere presente). 
I macaron saranno in vendita per questa settimana (solo 250 scatole da 3 unità l’una) da Harrods e sono la prima tappa del progetto “Ritratto di pasticceria”, frutto dell’unione tra la società Kremesart e Ladurée, in questo caso. Già in passato, però il direttore dell’azienda Raphael Castoriano ha collaborato con artisti come Maurizio Cattelan, Rirkrit Tiravanija, Vik Muniz, Terence Koh, Kalup Linzy, Anselm Reyle e Richard Tuttle.
Detto questo, volete sapere che sapore ha la Abramovic? Sicuramente non comune, e si rifà alla sua vita: “Mia nonna, la mattina presto, faceva il caffè. Non ha mai comprato caffè pronto. Mi ricordo gli odori di basilico fresco, timo, semi di cardamomo e gli odori esotici dai viaggi che ho fatto, esplorando vulcani e cascate e ricordo questa sensazione la mattina presto quando vedo la linea del mare che appena incontra l’oceano e l’oceano che incontra il cielo. Tutto questo, in questo macaron”. Un’esperienza che si ripeterà a Parigi in occasione di FIAC e poi a Milano, New York, Miami, Los Angeles e Tokyo. Che vi piaccia o no. 
Fonte: Artnet.com

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