08 ottobre 2017

…E ricomincio da dieci

 
Sul Lungadige Galtarossa Studio La Città festeggia un compleanno esemplare. In attesa di svelare le prossime mostre durante ArtVerona

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Studio la Città, fondata nel 1969 da Hélène de Franchis, compie dieci anni di permanenza nell’attuale sede in Lungadige Galtarossa 21 e ha festeggiato con la mostra: “Dieci anni in Galtarossa. Misura del tempo – Michele Alberto Sereni” ripercorrendo, attraverso le fotografie di Sereni, due lustri di mostre ed eventi espositivi sia nella sede di Lungadige Galtarossa sia al di là delle sue solide mura. 
“Galtarossa è veramente lo spazio che ho sempre desiderato” scrive la direttrice nell’introduzione al catalogo, e non ci è difficile capire il perché: si tratta di una location spettacolare, di 900 metri quadrati, all’interno del complesso delle ex-officine ferroviarie, uno spazio immenso, “L’occasione per dar vita a un nuovo modo di proporre e leggere l’arte contemporanea”.
Era il 12 maggio 2007 quando De Franchis inaugurava la nuova sede con la mostra “…e ricomincio da tre”, a cura di Luca Massimo Barbero. Da allora le mostre che hanno abitato lo spazio di Studio la Città non hanno fatto altro che confermare l’altissimo livello di una ricerca condotta con passione, studio e anche un pizzico di azzardo, senza mai sbagliare un colpo. Lucio Fontana, Pierpaolo Calzolari, Carlo Battaglia, Ettore Spalletti, Lynn Davis, Jacob Hashimoto, Arthur Duff, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Herbert Hamak, Hema Upadhyay, David Simpson, Timothy Tompkins, David Lindberg, Nick Cave, Michael Najjar, Roberto Pugliese sono solo alcuni dei nomi che abbiamo incontrato in questi dieci anni sul Lungadige. Alcuni di loro hanno fatto la storia dell’arte, altri sono giovani artisti che lavorano a livello internazionale e che spesso sono partiti proprio da qui. 
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Dieci anni in Galtarossa. Misura del tempo – Michele Alberto Sereni, vista della mostra

Le fotografie di Michele Alberto Sereni ci ricordano poi le incursioni di Studio la Città alla Bocconi di Milano, a Palazzo dei Panni ad Arco, a Palazzo Fortuny a Venezia, al MACRO di Roma, all’Archiginnasio di Bologna, alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, a Villa della Torre Allegrini a Verona, al Museo delle Scienze di Trento e in tanti altri luoghi extramoenia, a conferma di una volontà di integrazione tra l’attività espositiva della galleria e contesti nazionali e internazionali. Ma gli scatti di Sereni non sono solo documenti: “Fotografare opere d’arte è infatti un lavoro davvero particolare, non si tratta di essere bravi fotografi: questo non basta. È necessario saper restituire attraverso l’immagine tutto quello che un’opera racconta dal vivo, e non è semplice”, scrive ancora Hélène. Ciò che si trova è lo sguardo fotografico di Sereni sull’arte, sulle esposizioni e su chi le ha create, vissute, frequentate: gli artisti, i curatori, il pubblico, in una storia che è ancora tutta da raccontare. I dieci anni di Galtarossa allora non sono solo i dieci anni della galleria, ma quelli di un lungo sodalizio professionale e umano tra Hélène De Franchis e Sereni, una collaborazione iniziata nel 2003 in occasione dell’installazione che Herbert Hamak realizzò sulla cattedrale di Atri in Abruzzo e che dura tuttora. “Dieci anni in Galtarossa” è un momento di “festa” da condividere con amici, collezionisti, artisti e tutte le persone del mondo dell’arte che negli anni hanno collaborato e frequentato la galleria. 
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Dieci anni in Galtarossa. Misura del tempo – Michele Alberto Sereni, vista della mostra

Secondo una prassi ormai consolidata, Studio la Città accompagna un momento espositivo “storico” a un altro che riguarda o giovani artisti o contaminazioni tra l’arte e campi “altri”: insieme a “Dieci anni in Galtarossa” anche la mostra “The bike connection”, a cavallo tra mondo dell’arte e delle due ruote. I telai di Dario Pegoretti, le selle di Brooks England Ltd, le sedute “Sella” di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, la video installazione Reversed Readymade di Shaun Gladwell (il quale è volato a Studio la Città dall’Australia appositamente per l’opening e ha realizzato la performance Study of stillness and balance) per una mostra a cavallo tra arte, design e mondo della bicicletta. L’idea è nata da una serie fortunata di coincidenze: due degli artisti della scuderia di Hélène de Franchis – Hashimoto e Gladwell – sono appassionati di biciclette e in quanto tali si sono concessi il vezzo di farsene realizzare una su misura dal guru dei telai: Dario Pegoretti. L’artigiano, che vanta una produzione non solo tecnicamente ineccepibile, ma anche qualificata esteticamente, propone ad Hashimoto un compromesso: avrebbe realizzato la struttura su misura a patto che la decorazione del pezzo spettasse questa volta all’artista. Ecco che oltre ai telai Pegoretti e alle selle Brooks che si arrampicano sui muri della galleria come fossero installazioni, troviamo in mostra la Pegoretti dipinta da Jacob Hashimoto e la BMX realizzata per Gladwell e utilizzata anche per la performance durante l’opening.
Ma ora si guarda alla “settimana dell’arte” di Verona, e dal 12 ottobre Studio la Città ci propone una personale di Emil Lukas e la collettiva “In the depht of identity. Christian Fogarolli, Bepi Ghiotti, Tamara Janes, Francisco Muñoz Perez” a cura di Andrea Lerda. …E da dieci si riparte!
Jessica Bianchera

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