17 ottobre 2017

TEATRO

 
I GodSpeedYou! Black Emperor, arrivano a Romaeuropa con la compagnia The Holy Body Tattoo per parlare della vita moderna
di Eleonora Minna

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Il Romaeuropa Festival ha abituato il suo pubblico (da oltre trentadue anni ormai), a spettacoli di qualità indiscussa. Dalla danza e teatro – questa edizione è stata aperta da Sasha Waltz – passando per quello che è accaduto il 13 e il 14 ottobre all’Auditorium Conciliazione. 
I GodSpeedYou! Black Emperor (GY!BE), lontani dalle scene da oltre due anni, scelgono Roma per inaugurare il loro tour europeo, con uno spettacolo che non è un concerto, non è una performance, ma appartiene a quella casistica molto limitata di live che portano il pubblico nel bilico tra la dimensione del tempo e della durata. Monumental dunque: sul palco i 9 danzatori della compagnia The Holy Body Tattoo e 8 musicisti che, insieme, parlano di vita moderna. 
Uno spettacolo che va decodificato e per fare ciò occorre un passo indietro nella storia dei GodSpeedYou! Black Emperor, formazione canadese, attiva a Montreal dal 1994 che, pur non avendo mai fatto parte del panorama mainstream, negli anni ha conquistato estimatori in tutto il mondo per i suoi live ipnotici, caratterizzati da dinamiche orchestrali e un rock epico e potente. Una formazione che negli anni è cambiata, fino ad arrivare a 14 musicisti, mantenendo però dettagli inconfondibili del loro tocco, come la presenza degli archi. 
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The Holy Body Tattoo e GodSpeedYou! Black Emperor, Monumental
I GY!BE non concedono mai interviste, un dettaglio che si ripete nel modo di conquistare il palco, dove spesso, non c’è spazio per la presenza scenica. Quello che è accaduto nel doppio appuntamento romano, è uno spettacolo messo in scena la prima volta nel 2005 sulle note di F#A#?, il loro primo album che dopo 10 anni viene riallestito da The Holy Body Tattoo con musiche, in parte inedite, eseguite dal vivo. In Monumental danzatori e musicisti hanno il ruolo di comprimari, dove i primi tentano di creare dei tableaux vivant dell’ansia tipica della cultura urbana, resa con i movimenti iperaccelerati; ma in questo caso, nell’acustica perfetta dell’Auditorium Conciliazione, è il ritmo della drum machine e delle percussioni a dettare tempi e movimenti, scegliendo se sottolinearli o tacerli. Così la melodia post rock non diventa sfondo e il gruppo canadese è talmente conscio di questo dettaglio da far quasi scomparire la sua presenza, se non fosse che il richiamo delle cinque chitarre e del violino ricorda di un patto serrato che vige per i circa 60 minuti di spettacolo. 
A dare ulteriore forza alla rappresentazione dell’affondo nell’alienazione contemporanea, sono i testi dell’artista statunitense Jenny Holzer, proiettati insieme alle immagini di William Morrison e un paesaggio cittadino scolpito dalla luce, pensato da Marc Parent
Partito dal Romaeuropa Festival, il tour dei GY!BE prosegue in una serie di tappe europee che toccheranno il 17 ottobre Bordeaux, il 27 Glasgow, il 30 Bristol, per chiudersi il 5 e 7 novembre ad Hannover e Parigi. 
Eleonora Minna

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