22 ottobre 2017

Que viva ArtBo!

 
Dopo FIAC un'altra “settimana dell'arte” dall'altra parte del globo. Siamo a Bogotá, in Colombia, e vi raccontiamo perché qui, in una manciata d'anni, l'aria è diventata elettrica

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Dal 24 al 30 ottobre la Capitale colombiana diventa centro di una nuova settimana dell’arte. Sette giorni fitti di appuntamenti da cui ARTBO, Feria Internacional de Arte de Bogotá, sembra il cuore pulsante di infinite iniziative che si disseminano per la città offrendo la possibilità di scattare una panoramica dello stato dell’arte colombiano. Come in una realtà locale in effervescenza, non mancano proposte alternative, fresche e “non ufficiali” tra cui BARCÚ (Bogotá Arte y Cultura) e Feria Odeón, due manifestazioni relativamente giovani con proposte multidisciplinari.
Questa serie molto ricca e variegata di eventi, insieme alla ormai nota proliferazione incessante di fiere nel mondo – che superano le 250 – fa sì che la sfida più importante consista proprio nella costruzione di una vera e propria identità che consenta ad ogni manifestazione di proporre un vero e distintivo valore aggiunto. Qui, nel contesto più esteso di una regione d’America, ArteBA (Argentina) – la più antica dell’area –, Zonamaco (Messico), Art Lima (Perù), ArtRio (Brasile) e la stessa ARTBO – solo per citarne alcune –, sono in competizione per vedere riconosciuto il ruolo di caposcuola latina. Diventa cruciale quindi, per i responsabili della gestione e del successo di queste manifestazioni, inventarsi la strategia migliore per attrarre, innanzitutto, collezionisti e addetti ai lavori oltre i confini geografici del Paese ospitante.
I vernissage si avviano con la quarta edizione di BARCÚ (dal 24 al 30), definita nelle parole della sua direttrice –María Teresa Rojas Román– «Una esperienza da vivere più che una fiera d’arte». Con espressioni che spaziano dalle arti visive alla musica e il cinema, il quartiere storico La Candelaria –ricco di magia, contrasti e leggende urbane – diventa lo sfondo di un evento plurale e inclusivo inserito nel contesto di un sobborgo in cui l’aria festiva inonda le strade al ritmo di performance, concerti, istallazioni e di un pubblico chiamato a immedesimarsi con l’arte in tutte le sue forme.
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Barcu 2016
Invece, per María Paz Gaviria, direttrice di ARTBO – dal 26 al 29 nell’area espositiva di Corferias – è diventato essenziale dare più spazio alle proposte curatoriali facendo sì che la fiera sia non soltanto una piattaforma commerciale ma anche un ambito in cui favorire la ricerca. «In questo senso – spiega Gaviria – spiccano progetti dedicati alla sperimentazione come “Artecámara” che propone artisti colombiani under 40 e senza la rappresentanza di una galleria; oppure la mostra chiamata “Contra el olvido”, curata da Kiki Mazzucchelli che attraverso il lavoro di artisti di diverse nazionalità propone una riflessione intorno alla democrazia, le libertà civili e i diritti umani».
In questa prospettiva rientrano le dichiarazioni dell’artista Cynthia Gutiérrez (Gudalajara, 1978) – presente alla Biennale di Macel nell’Arsenale – che espone il suo lavoro ad ARTBO con la galleria messicana Proyecto Paralelo. «Nel contesto delle fiere di solito si trovava una specie di campionario di opere disponibili. Adesso sono più frequenti i progetti di gallerie molto interessanti in cui si percepisce un profilo chiaro con attenzione a problematiche specifiche e ricerche innovative. Nel caso di Proyecto Paralelo le opere si articolano mediante un processo curatoriale. Esiste un circolo virtuoso tra galleria e artista e una conoscenza dei processi di lavoro che, insieme alle nuove sezioni curate, fanno in modo che manifestazioni di origine commerciale siano diventate molto più interessanti».
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Barcu 2016
Sulla sponda della sperimentazione di ARTBO, sottolineata da Gaviria, si aggiunge la nuova categoria “21m2” – all’interno della sezione “Main” della fiera – pensata per ospitare gallerie con meno di sei anni nel mercato. È il caso di Lokkus Arte Contemporanea, con sede a Medellín – la città più popolata del Paese dopo la Capitale – nata nel 2013 dalla passione per l’arte dell’allora ingegnere di professione Manuela Velásquez, che dai suoi esordi si è confrontata con il mondo fieristico partecipando per quattro edizioni consecutive alla Feria Odeón. «ARTBO rappresenta un passo molto importante dal punto di vista della galleria come istituzione e del grado di visibilità per gli artisti costituendo anche uno scenario favorevole al reclutamento di nuovi collezionisti», afferma Velásquez. I lavori selezionati da Lokkus includono opere di Walterio Iraheta (San Salvador, 1968), Aníbal Vallejo (Medellin, 1975) e Juan David Henao (Medellín, 1987). 
Un’altra giovane galleria inclusa nella sezione “21m2” è Liberia Central Contemporánea, fondata da Camila Montalvo poco più di un anno fa, con la proposta di tre artisti: Iván Hurtado (Medellín, 1970), Reyes Santiago Rojas (Bogotá, 1981), Gabriel Antolínez (Bogotá, 1980). Montalvo racconta con entusiasmo il fenomeno del “boom” dell’arte contemporanea in Colombia –in particolare a Bogotá – che cresce ininterrottamente da tre anni. Questo clima prorompente include l’inaugurazione di nuovi spazi, studi di artisti e la gentrification di zone o distretti dedicati all’arte tra cui i quartieri San Felipe e La Macarena. Tra i fattori che hanno rinvigorito la scena locale Montalvo riconosce il grande impulso che ha dato l’apertura dello spazio FLORA Ars+Natura, iniziativa di José Roca, adjunct curator of Latin American art della Tate durante il periodo 2012-2015. 
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Feria Odeòn
Tra le 62 gallerie presenti nella tredicesima edizione di ARTBO, c’è ovviamente una partecipazione maggioritaria di Paesi dell’America Latina, mentre un quarto appartiene al vecchio continente (metà spagnole). Maria Betegon della Galerija Gregor Podnar di Berlino – che partecipa senza interruzioni dal 2013 – espone, tra gli altri artisti, lavori di Irma Blank (Celle, 1934), Vadim Fishkin (1965 a Penza, ex URSS) e Marcius Galan (Indianapolis, 1972). «Con un circuito sempre più fitto di fiere d’arte queste piccole manifestazioni stanno diventando centri di attrazione per collezionisti desiderosi di scoprire nuove scene d’arte e ARTBO è un contributo in questo senso con una qualità sempre più elevata», commenta Betegon.
Se ARTBO rappresenta la versione più tradizionale tra le fiere colombiane – avviata dalla Camera di Commercio di Bogotá nel 2005 – Feria Odeón invece, dal 27 al 30 nell’omonimo spazio, nasce «Con il proposito di creare tanto una alternativa al modello fieristico classico quanto una vetrina per l’esposizione e la commercializzazione dell’arte contemporanea emergente», segnala Tatiana Rais, direttrice della kermesse, che inoltre spiega la natura del progetto sin dalla sua nascita nel 2011: «Sperimentazione, interdiscliplinarietà e ricerca come assi centrali dell’esperienza artistica».
Que viva Bogotá!
Ana Laura Espósito

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