21 novembre 2017

READING ROOM

 
“Un'Incredibile Disavventura”, ovvero il Premio Lissone tra storia, cronistoria e controstoria. Un altro sguarso sul “mondo dell'arte”
di Ivano Sossella

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In uno degli incontri con Alberto Zanchetta tra il parlare d’arte e la libertà di volare dove vuole il pensiero mi arriva “Un’Incredibile Disavventura”. Un libro regalato dall’autore nasconde un auspicio di lettura, e fin qui ci siamo, ma anche di un commento o, peggio ancora, di un’opinione: e così nascono i guai, perché si sa da subito che statisticamente non si sarà sinceri. I libri leggibili sono forse uno su dieci ma quelli che val la pena di aver letto uno su cento, su mille. Ma non lo si dirà, si commenterà invece la gioiosa lettura con generoso trasporto: le parole sono gratis ed è questa d’altronde la forza della menzogna.
Orbene, tutto questo cappello introduttivo e piumato solo per dire e scrivere che potreste anche saltarlo, perché in questo caso cade ogni convenzione, statistica o no che sia, qui si smarrisce la tiepida lettura del saputo e ridetto, qui si assapora il vero e tre volte reale sapore dell’arte, i suoi meccanismi interni e intimi, le grandi visioni che si scontrano con la povertà dello sguardo, il romboare degli intenti e delle frasi come l’eco di una realtà artistica che, non priva di spicciole miserie, da sempre forma e informa l’arte contemporanea.
Il lavoro dell’autore, dalla linea di partenza negli archivi e nelle memorie del Premio Lissone che dal 1946 ha interessato e talvolta contagiato la realtà artistica, finisce per dare un’immagine attuale e presente delle dinamiche, i rimbalzi e gli incroci, i salti e gli inciampi che l’attività artistica – e il sistema che da sempre le gravita attorno – innesca.
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Giuseppe Ungaretti all’inaugurazione del XI Premio Lissone, 1959
Che si tratti di Emilio Vedova che dribbla la presenza alla premiazione vagheggiando viaggi spagnoli (ma assicurandosi in parallelo che gli sia accreditato l’importo del premio in denaro) o di Dorazio che messo alle strette ridipinge lo stesso quadro premiato, consegnando al Premio la copia copiata, il libro di Zanchetta introduce alla quotidianità dell’arte, i conti della serva che, come ogni buona anima sa, alla fin fine fanno la differenza tra l’ideale e la realtà.
La cronaca del Premio Lissone, dagli esordi ai tempi che ci riguardano, è una offerta di conoscenza in forma di dono, con una sorpresa capace di una spietatezza rara nell’orizzonte spesso troppo buono e agiografico del racconto che l’arte promuove e sbandiera per amore della gloria e del suo make-up.
“Un’Incredibile Disavventura” è da sempre non solo il titolo della radicale, informatissima, documentatissima e poeticamente pignola cronaca che Zanchetta ci presenta del Premio Lissone: si tratta di un velo squarciato da una vocazione intellettuale nutrita di una profonda passione per l’arte, talmente concreta e tangibile che ogni artista, gallerista, collezionista e soprattutto critico, dovrebbe conoscere per ritrovare il proprio specchio, la propria immagine.
Il Premio Lissone è stato un vortice di aspirazioni e personalità capaci di sfiorare l’eroismo culturale confuso in un’amalgama di giochi di cortile artistico, piccolezze e debolezze che, piaccia o no a chi invoca l’altezza dello sguardo sempre e comunque, sono cemento e mattoni del lavoro e della produzione artistica.
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Guglielmo Achille Cavellini e Renato Birolli IX Premio Lissone 1955
Il nocciolo del libro è un intento didattico nel senso solare del termine: una testimonianza che sotto la polvere del passato costruisce e offre una sfacciata analisi sul mondo del contemporaneo in arte.
Il racconto di Zanchetta rivela come l’indagine, anche su un solo specifico evento, come appunto il Premio Lissone, non possa tacere sui meccanismi di compra-vendita culturale (e non solo), sul turbinio di pressappochismo talvolta davvero colposo, sulle miserie organizzative intrecciate ad atti ricchi di vocazione e talento che disegnano il profilo dell’arte contemporanea e del suo brusio.
“Un’Incredibile Disavventura” offre un’indagine e una cronaca in forma di romanzo-non-scritto sull’arte contemporanea: quello che è accaduto al Premio Lissone nello svolgersi della sua storia è già accaduto altrove e altrove ancora accadrà. La conoscenza che questa pubblicazione mette a disposizione è un piccolo salvavita per chi voglia avere in qualche modo posto e ruolo nell’arte contemporanea perché, se è pur vero che per conoscere il cuore dell’arte non basta una vita per avere in tasca la chiara testimonianza di come, sempre o quasi, vadano le cose, basta questo libro.
Ivano Sossella
Alberto Zanchetta
Un’Incredibile Disavventura
Edizioni Lorenzelli 2017
Euro 15

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