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È scomparsa Laura Grisi, artista nata a Rodi nel 1939 e vicina alla Pop Art italiana. I funerali si terranno mercoledì, 6 dicembre, alla Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Dopo essersi formata tra Roma e l’Ecole des Beaux Arts di Parigi, Grisi esordì nel 1964, con una mostra alla Galleria Il Segno. Nel corso della sua ricerca, ha fatto proprie le istanze delle principali correnti internazionali, dalla Pop Art alla Optical Art, fino al Minimalismo, riflettendo sulla società dei consumi, sul fascino degli oggetti, sulla potenza dei media, sulla modularità della produzione industriale, deformando il mito del benessere sotto l’ombra di una serpeggiante alienazione. «Il tuo lavoro, dall’inizio, ha presentato una certa ‘teatralità’, gli spazi rivelati dai tuoi lavori sono più simili a escursioni nell’artificiale, nella finzione», scriveva Germano Celant.
Grisi ha esposto in diverse occasioni da Leo Castelli Gallery, a New York, dagli anni ’70 fino al 1992, mentre in Italia da Marilena Bonomo, nel 1977, in varie edizioni della Triennale di Roma. Le sue opere sono in molte importanti collezioni, come quelle del Museum of Modern Art e del Brooklyn Museum, di New York, della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Rome.
Nell’ottobre del 2017 aveva iniziato una collaborazione con la galleria P420 di Bologna, che aveva presentato i suoi lavori, realizzati dal 1966 al 1968, per un solo show a Frieze Master, Londra, e con la quale erano molti i progetti in cantiere. Attualmente, alla GAM di Torino è esposta una sua opera, per la mostra “Vero Amore, Pop art Italiana dalle collezioni della Gam”, e il Museo ha recentemente acquisito due suoi video, in occasione dell’ultima edizione di Artissima.