22 dicembre 2017

Juana Romani, scomparsa e riscoperta

 
Si inaugura oggi, presso il convento del Carmine di Velletri (Roma), la mostra “Juana Romani (1867-1923). La petite Italienne: da modella a pittrice nella Parigi fin-de-siècle”. Dopo quasi un secolo di oblio, vengono finalmente riscoperte la figura e l’opera di questa originale artista veliterna

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Nell’ampia mappatura dell’articolazione policentrica della nostra cultura artistica si inserisce anche Velletri, una cittadina del Lazio centrale, immersa nel verde dei Castelli Romani, a soli 40 chilometri a sud di Roma. Dove oggi apre i battenti un interessante e lodevole progetto espositivo presso il locale convento del Carmine, dall’anno accademico in corso nuova sede distaccata dell’Accademia di Belle Arti romana. Si tratta della mostra “Juana Romani (1867-1923). La petite Italienne: da modella a pittrice nella Parigi fin-de-siècle”. Questa iniziativa, il cui merito scientifico va ascritto ai bravi curatori, Marco Nocca, Gabriele Romani e Alessandra De Angelis, ci restituisce dopo quasi un secolo di oblio, il ritratto di questa originale artista veliterna, nonché della sua opera artistica, attraverso una galleria di dipinti e sculture, con prestiti anche d’Oltralpe. Qualche nota biografica è, a questo punto, necessaria.

Juana Romani nasce a Velletri nel 1867. Ancora bambina emigra a Parigi, dove inizierà a svolgere il mestiere di modella nelle accademie private Colarossi e Julian, poi in diversi ateliers: dello scultore Alexandre Falguière, di Victor Prouvé, Raphaël Collin, Carolus Duran, Jean-Jacques Henner, Ferdinand Roybet. Ancora molto giovane dà prova di un innato talento per la pittura e, all’età di ventidue anni, arriva il primo riconoscimento con la vittoria della medaglia d’argento all’Esposizione Universale del 1889, con Bartolomeo Bezzi e Luigi Nono. Da lì a poco, la pittrice si impone con uno stile personalissimo che trae ispirazione dalla cultura del Seicento fiammingo e italiano. Ma non è solo una questione di stile. C’è molto di più. L’ispirazione di Juana Romani è, innanzitutto, legata a una profonda riflessione sull’universo femminile, spesso rivolta a personaggi letterari (“Angelica”, dall’ “Orlando Furioso”), a donne celebri della tradizione biblica (“Salomè”) o note per vicende storiche (“Bianca Cappello”), cui l’artista presta le sue sembianze, in autoritratti definiti di “femminismo esagerato” (Armand Silvestre). La pittrice veliterna ha sempre rifiutato di far parte di associazioni di “femmes peintres”, rivendicando la parità di genere, conquistata sul campo nelle lotte con gli artisti uomini. Con la sua “Mina da Fiesole”, poi, ritratto in cui compare come una donna nei panni del celebre scultore rinascimentale “Mino da Fiesole” (Poppi 1430 circa-Firenze 1484), da lei particolarmente ammirato, la Romani si spinge ancora oltre, giungendo ad anticipare le moderne teorie di abbattimento del gender, con un’operazione di proiezione di sé in un artista uomo del passato. La sua arte e la sua personalissima storia si fondono, insomma, con lo spirito del mondo a lei contemporaneo, riflettendone e anticipandone le trasformazioni sociali e culturali che precedettero e seguirono. Nel 1901, dopo l’inaugurazione della IV Biennale d’Arte di Venezia si reca in visita ufficiale nella sua città natale, insieme all’amico e allievo Antoine Lumière, padre degli inventori del cinematografo, a Trilussa e allo scultore Biondi; promette la creazione di una galleria di arte contemporanea “per accrescere il patrimonio artistico dell’Italia”. Due anni dopo, nel 1903, insorgono i disturbi psichici che la portano, nel 1906, a essere internata a Ivry-sur-Seine, in una clinica alle porte di Parigi. Muore nel manicomio di Suresnes nel 1923, in una vicenda che negli esiti ricorda molto Camille Claudel, allieva e amante del grande Rodin. (Cesare Biasini Selvaggi)

In alto: Juana Romani, Rosina, 1892, localizzazione sconosciuta

In homepage: Juana Romani, Infanta (autoritratto), 1894 ca., Paraná, Museo Provincial de Bellas Artes Dr. Pedro E. Martínez

 

INFO

Opening: ore 18.00

Juana Romani: “la petite Italienne”. Da modella a pittrice nella Parigi fin de siècle

dal 23 dicembre 2017 al 28 gennaio 2018

Convento del Carmine

piazza Trento e Trieste 54, Velletri (Roma)

orari: dal lunedì alla domenica, 9.00-19.00; venerdì e sabato apertura fino alle 22.00

INGRESSO LIBERO          

www.mostrajuanaromani.it; pagina Facebook: “Juana Romani”

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