07 gennaio 2018

I pittori di Hirapur

 
La mostra che si inaugura oggi nel cuore di Roma, da Bibliothè Contemporary Art, ci conduce dritti nell’anima più suggestiva e misteriosa dell’India dei Templi delle Yogini

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La mostra che si inaugura oggi nel cuore di Roma, da Bibliothè Contemporary Art, ci conduce dritti nell’anima più suggestiva e misteriosa dell’India. Quella dei Templi delle Yogini, architetture in cui un cerchio di 64 figure femminili, icone delle energie sensuali e terrifiche dei sensi, circonda una sola immagine del dio Bhairav, la Coscienza. Templi privi di tetto – per  accogliere ininterrottamente la luce lunare e solare – sono collocati in luoghi remoti dell’India, isolati e impervi: non a caso si dice che le Yogini, figure liminali, si manifestino nella natura selvaggia, tra le rovine, agli incroci delle strade, e nei luoghi connessi ai momenti di nascita e morte.
Il percorso espositivo, aperto al pubblico da questa sera, presenta numerose opere originali in stile Pattachitra (cioè dipinti su tela, da “Patta” che significa letteralmente “panno” e “Chitra” “immagine”), e Talapatrachitra (incisioni su foglie di palma, da tala-palma, patra-foglia, chitra-immagine), provenienti dalla bottega dei Nayak (nota come Soumya Handicraft), l’unica maestranza residente presso uno dei più noti e integri Templi delle Yogini, quello di Hirapur, datato al IX secolo d.C., ma curiosamente “riscoperto” solo nel 1953. Commissionate tra il 2011 e il 2017 dalla danzatrice Marialuisa Sales, costituiscono una raccolta inedita in Europa – sia per tematica che per provenienza – e sono tra le ultime testimonianze di un’arte pittorica dedita esclusivamente al Tempio. Tempio che presenta un’iconografia indubbiamente connessa ad ambienti del tantrismo: un cerchio di Yogini scolpite in clorite nera centrato sull’idolo principale, la dea “Mahamaya”, la “Dea Proibita”, che si erge su una testa umana, rappresentando il trionfo del cuore sulla mente. Per tradizione consolidata solo il brahmana (appartenente alla famiglia dei sacerdoti del tempio) può vedere l’immagine della Mahamaya nella prima puja (offerta) dell’alba. La Grande Dea è così visibile anche a noi unicamente attraverso gli occhi dei pittori del villaggio, i Pittori di Hirapur. 
L’opening odierno da Bibliothè Contemporary Art sarà introdotto dall’artista romano Massimo Livadiotti. Seguirà una performance di danza classica dell’India in stile Odissi: “La Danza delle Sette Dee Madri Saptamātrikāh” a cura di Marialuisa Sales. Un raro brano tratto dal repertorio di Guru Deb Prasad Das che descrive ogni Dea in uno stile ancestrale e potente, esaltando l’aspetto terrifico ed erotico delle Sette Madri,  le ebbre guerriere assistenti di Durga presenti nell’iconografia del Tempio di Hirapur.
In alto: un “Bhairav” (tecnica Pattachitra).
In home: la Yogini “Indrani” (tecnica Pattachitra). 
INFO
Opening: ore 19.30
Nel Tempio delle Yogini. I pittori di Hirapur
mostra di opere originali dall’Orissa
dall’8 al 13 gennaio 2018
Bibliothè Contemporary Art
via Celsa 4, Roma
a cura di Marialuisa Sales
infoline 334.9855519 – orchestes@gmail.com
ingresso libero  dalle 14.00  alle 21.30

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