27 febbraio 2018

La Venere pornografica

 
Trentamila anni di nudo, che ora rischia di essere coperto. Almeno sulla rete bacchettona di Zuckerberg che ancora non riesce a distinguere la cultura dal semplice nudo

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L’ultimo baluardo del porno sapete qual è? No, non un sito feticista, pedo-zoofilo o simile, ma è una statua di 30mila anni, quella impudica nuda – e pure un po’ formosetta – della Venere di Willendorf, parte della collezione del Naturhistorisches Museum di Vienna. Chi lo dice? Facebook, che ha rimosso l’immagine da un profilo di un utente, nonostante quattro tentativi di appello contro la decisione del social.
Il post di Laura Ghianda che denunciava la censura a dicembre dello scorso anno è stato condiviso più di 7mila volte, ma forse per far capire a FB che si è nel torto serve una mozione più ampia, un po’ come quelle che richiedono 50mila presenze per richiedere una legge.
E così, dopo Gustave Courbet e la sua Origine del mondo, non si vede uno spiraglio di un cambio di politica “per consentire la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture e altre opere d’arte che raffigurano figure nude”.
L’NHM ha chiesto che Facebook permettesse alla Venere di rimanere svestita: “Non c’è mai stato un reclamo da parte dei visitatori riguardo alla nudità della statuetta”, afferma Christian Koeberl, direttore generale del museo. 
30mila anni dopo, mutandari alla riscossa. Di nuovo. Che pena. 

1 commento

  1. E’ un segno dei tempi, di come la cultura non sia stata diffusa e di quanto lavoro ancora ci sia da fare, per cui forse sarebbe interessante capire quali sono i veri problemi più che un algoritmo che seleziona delle immagini

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