03 marzo 2018

Le risonanze di Leverett e Pugliese

 
A Verona Studio la Città inaugura questa mattina “Risonanze”, la doppia personale di David Leverett e Roberto Pugliese, collegati tra loro dal loro reciproco interesse per la “composizione”, in senso estetico e musicale

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Due artisti diversi tra loro, sia in termini generazionali che di corrente artistica di appartenenza. L’uno è David Leverett, artista inglese, classe 1938, l’altro è Roberto Pugliese, giovane sound artist napoletano, classe 1982. Entrambi riuniti da questa mattina, a Verona, nella doppia personale da Studio la Città a cura di Valerio Dehò. Diversi abbiamo detto, ma accomunati da una condivisione di quell’idea di risonanza interiore, della “Einfühlung” (“simpatia simbolica”), secondo cui l’arte origina dalla capacità dello spirito a proiettarsi nell’oggetto e a vivificarlo con le proprie energie; di conseguenza il soggetto s’immedesima con la realtà esterna animandola della sua stessa sostanza. E poi questi due artisti, le loro rispettive ricerche, riflettono – pur con modalità diverse – l’esigenza di una spiritualizzazione del lavoro artistico, da cui consegue un forte impatto sui linguaggi tipici delle arti figurative, favorendo allo stesso tempo il ricorso al modello della musica.
Roberto Pugliese, ottenuta la laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, divide il suo tempo tra l’insegnamento, l’attività musicale e la produzione di installazioni sonore. La sua attività trae energia principalmente da due correnti artistiche, quella della sound art e quella dell’arte cinetica e programmata. Nelle opere esposte nello spazio scaligero, dalla grande “Emergenze Acustiche” – installazione di tubi in plexiglass e speaker – alla cascata di cavi audio “Unità minime di Sensibilità”, il suono si presenta sia come oggetto di ricerca, sia come mezzo di espressione acustica e visiva, per analizzare e stimolare la psiche e la percezione umana. 
Nelle “Time membranes” di David Leverett, della metà degli anni Settanta, poesie e segni calligrafici sono sovrapposti in sequenza da sinistra a destra, circolarmente, e fusi in fogli di resina trasparente. Sono sospese e staccate dal muro da piccoli morsetti per permettere alla luce di passarvi attraverso, in quella vibrazione del colore che sembra analoga a quella di uno strumento musicale. Il risultato è una galleria di opere d’arte, dove la mancanza di riferimenti figurativi in Leverett, che può essere avvertita come un limite, in realtà depura un linguaggio di segni e cromie che acquista bellezza potente e arriva diritto all’emozione non senza un ritmo eufonico silenziosamente assordante. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Roberto Pugliese, Unità minime di sensibilità, 2011, circuiti, computer, schede audio, speakers, sensori, cavi, software / speaker, circuits, computers, sound cards, cables, sensors, software, dimensioni ambientali, foto Michele Alberto Sereni
In homepage: David Leverett, Colour structure (A 73), 1973, acrilico su fibra di vetro e carta / acrylic on glass fiber and paper, 91,6 x 122 x 4 cm, Foto Michele Alberto Sereni
INFO
Opening: ore 11.30
David Leverett – Roberto Pugliese. Risonanze
dal 3 marzo al 5 maggio 2018
a cura di Valerio Dehò, con testi di Valerio Dehò e Michael Haggerty
Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona
orari: da martedì a sabato, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
t. +39 045597549 – studiolacitta.it

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