17 maggio 2018

Aspettando la Biennale/2. Sei un architetto? Dimostralo con il tatuaggio di Lukas Feireiss

 

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Si avvia alla conclusione una giornata impegnativa, in lungo e in largo per Venezia, cercando di non perdere nemmeno un appuntamento della Biennale d’Architettura. È ormai notte e ti addormenti stanco ma contento. Poi la mattina ti svegli e ti ritrovi con un uomo vitruviano a grandezza naturale tatuato sulla schiena. Forse adesso non lo ricordi ma è evidente che sei passato anche dalle postazioni temporanee di tatuatori disseminate per la città da Lukas Feireiss, curatore tedesco che dell’urban culture potrebbe scrivere intere voci enciclopediche. Non si tratta ovviamente di tribali senza capo né coda o di ideogrammi filosofici ma di disegni appositamente concepiti per chi pratica, professa e ricerca l’architettura. In fondo lo diceva anche Gottfried Semper, già dal XVIII Secolo, che l’architettura è come una sorta di terza pelle. Come a dire, ciò che proviamo sul corpo poi lo trasformiamo in una struttura a tre piani. Oppure il contrario? 
Vasto il campionario di disegni, pensati in uno stile naif insieme al tatuatore spagnolo Javier Rodriguez, che si potranno sfoggiare sui bicipiti, per fare bella figura nei cantieri degli archistar. Oltre al ritratto di leonardesca memoria, ci sono le scritte Another brick in the wall e All you need is dynamyte, il mitico nasone di Kilroy was here, comparso su tutti i muri del mondo, le storiche tag di Taki 183 e Samo e tanti altri ancora.

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