12 giugno 2018

Palermo Art Week/3. L’archeologia contemporanea di Evgeny Antufiev, al Museo Salinas

 

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Dall’edizione di Zurigo a quella Palermo, Evgeny Antufiev è un aficionados di Manifesta e, per la circolarità della storia, ritornano anche certi termini. Nella città svizzera, il giovane artista russo presentò Eternal Garden, un progetto ispirato alle farfalle e a Vladimir Nabokov, portato anche alla Galleria Z2O di Sara Zanin. E dunque, come avrà affrontato il tema dell’ultima edizione della biennale itinerante, dedicata proprio al tema del giardino planetario? “When Art became part of the Landscape. Chapter I” è la sua mostra, a cura di Giusi Diana, in collaborazione con Collezione Maramotti e inserita tra gli eventi collatarali di Manifesta 12, che aprirà il 16 giugno al Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, tra le istituzioni museali più antiche della Sicilia e tra le più importanti dedicate all’arte greca e punica. «Solo la nostra ostinata volontà di voler scoprire una novità, di volerci sentire diversi da ciò che ci ha preceduto ci fa credere che esistano un’arte antica e una contemporanea. Forse esistono artisti morti e artisti viventi ma l’arte è esattamente ciò che va al di là dell’artista, della sua semplice esistenza. L’arte, in fondo, è solo l’opera», ha spiegato. Negli ultimi anni Antufiev ha esplorato la cultura della Magna Grecia e quella etrusca, in Toscana, Lazio e Sicilia, avviando un’interessante produzione di lavori in ceramica proprio in Italia, durante una residenza al Museo Zauli di Faenza, sperimentando terre e cotture differenti, creando speciali patine interamente con materiali organici.
La mostra ci offre così una particolare rivisitazione del concetto stesso di collezione archeologica, che diviene premessa ed estensione del lavoro di un artista contemporaneo. In esposizione sculture in legno intagliato, fusioni, terracotte, tutte formalmente connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Tra queste, assume particolare rilievo l’iconografia funeraria che Antufiev esplora e rianima col suo sguardo. Secondo questa visione, il museo archeologico può diventare tranquillamente un museo d’arte contemporanea, perché «Noi siamo contemporanei di tutta l’arte che ha visto la luce e si è conservata».

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