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Linee che si intrecciano a formare l’essenza immutabile degli alberi, un mandala di semi e spezie, forme realizzate dal lavorio dei tarli, una coda ossea che diventa codice scultoreo, ibridazioni di legno e acciaio, gesso e piuma, foglie e terracotta e tanto altro ancora. 26 sono artisti e una sola è la protagonista. Per “Tutta l’Arte è imitazione della Natura”, collettiva che aprirà il 16 giugno, all’Orto Botanico di Roma, a cura di Manuela Evangelista, diversi linguaggi entreranno in dialogo per esprimere quel rapporto tra uomo e ambiente che, da sempre, è fonte di ispirazione e interpretazione. Già lo scriveva Seneca nella sue epistole, «Omins ars naturae imitatio est», sintetizzando una corrente di pensiero particolarmente affermata proprio in quell’epoca e ripresa anche da Cicerone che, nel Pro Archia, scriveva che «L’osservazione della natura e la meditazione hanno generato l’arte».
Così, le opere di Riccardo Ajossa, Nobushige Akiyama, Gloria Argelés, Ivan Barlafante, Ivan Calamita, Selene de Condat, Roselyne de Feraudy, Epvs, Theo Eshetu, Cristina Falasca, Geo Florenti, Andrea Fogli, Paolo Guiotto, Maya Kokocinski, Cesar Meneghetti, Stefano Minzi, Daniela Papadia, Fabio Francesco Parisella, Julie Polidoro, Felipe C. Risco, Guendalina Salini, Corrado Sassi, Maurizio Savini, Guido Strazza, Riikka Vainio, Delphine Valli, saranno diffuse in diversi punti del Museo Orto Botanico, che rappresenta il contesto ideale, dove natura e artificio si incontrano per mettere in scena un dialogo mai scontato e sempre riflessivo.