26 giugno 2018

Banksy per i migranti. A Parigi

 

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Lui resta invisibile, ma c’è chi giura che i muri dipinti a Porte de la Chapelle, Avenue de Flandres e nel quinto arrondissement, con figure che evocano la crisi dei migranti e la politica francese su questo tema, siano suoi. Di chi? Ma di Banksy, il writer imprendibile!
Negli ultimi giorni, la voce si è gonfiata, come riportato da Télérama: il più famoso artista di strada nel mondo, è a Parigi. Ma ovviamente più che la sua presenza sono i muri della Capitale che attestano il suo passaggio.
Il primo lavoro è stato avvistato in occasione del World Refugee Day. Vicino al périphérique, a Porte de la Chapelle, e vicino all’ex centro di accoglienza (CPA) del 18esimo arrondissement, chiuso il 31 marzo, una bambina dipinge con una bomboletta a spruzzo una cortina di decori floreari rosa, sopra una svastica.
Nel 19esimo, in avenue de Flandres, l’artista si appropria del ritratto di Napoleone Bonaparte che attraversa il Gran San Bernardo (dipinto di Jacques-Louis David del 1801) “buttando” addosso al generale il suo celebre mantello rosso, per farlo sembrare una donna velata.
Nel quinto arrondissement, un altro stencil mostra un uomo che con una mano offre cibo a un cane, mentre con l’altra regge una sega dietro la schiena. 
Sono stati individuati anche altri dipinti con ratti, il suo marchio di fabbrica: le foto sono state pubblicate sul sito di Libération. 
I “quadri” escono proprio mentre Parigi e Roma sono impegnate in un braccio di ferro contro i migranti e dove i leader di sedici Paesi membri dell’Unione europea partecipano a un mini-vertice, improvvisato e “informale” a Bruxelles, per evocare “soluzioni europee” per la questione dell’esodo. 
Alla fine del 2015, Banksy aveva prodotto quattro opere a sostegno dei migranti della “giungla” di Calais, tra cui un ritratto di Steve Jobs, per illustrare il problema che scuote ormai da diverso tempo l’Europa.
Fonte: Le Monde 

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