28 agosto 2018

Helsinki: no Guggenheim, si Amos Rex Museum

 

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Tramontato il sogno di avere un Guggenheim, Helsinki ci riprova con l’Amos Rex Art Museum, che apre questa settimana nel centro della Capitale finlandese con una mostra immersiva di TeamLab.
Costato 50 milioni di sterline, il museo occupa lo spazio sotterraneo dell’ex parcheggio di una stazione degli autobus, progettato da Asmo Jaaksi dello studio di architettura locale JKMM, che ha ideato il progetto, “che ribolle nella piazza”, grazie a una serie di pendii ideali per fare skate e per rilassarsi. 
E così, l’apertura di Amos Rex, finanziato privatamente, aggiunge peso all’idea secondo cui in città non vi era la necessità di una succursale del più celebre museo degli Stati Uniti.
In tutta la sua complessità il nuovo polo si sviluppa su 2mila e 200 metri quadrati espositivi, con un cinema da 500 posti.
All’entrata, dalla Mannerheimintie, i visitatori saranno accolti da una grande vetrata che incornicia uno dei nuovi “cilindri” della piazza, ma ben lontano dall’effetto art nouveau che contraddistingueva la struttura prima del remake. 
E tra ambienti interattivi e hi-tech che promettono di essere un richiamo alla folla, con 140 proiettori e un’intera stanza di supercomputer e server, con la possibilità per i più piccoli di creare la loro “foresta digitale”, la piccola stanza dedicata all’esposizione permanente di dipinti post-impressionisti sembra un ripensamento, incastrata in uno spazio senza finestre dal soffitto basso – qualcosa che gli architetti hanno dovuto includere, senza ben sapere come disporla.
Nel prossimo futuro? Arriveranno René Magritte e il collettivo olandese Studio Drift, che in patria sono già profeti. Ideali protagonisti per un museo high-tech che è riuscito anche a ridisegnare una piazza nel suo lato più “public”. 

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