08 settembre 2018

Neonazi in galleria? No, grazie!

 

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Non ci vanno per il sottile negli Stati Uniti. Nel Paese che resta – per certi versi – ancora puritano e conservatore, le proprie opinioni si scontano forti.
Accade così, che la galleria Greenspon di New York (nel West Village) abbia scelto di annullare una mostra dell’artista e musicista Boyd Rice. Simpatizzante neo-nazista, affiliato di un gruppo per la “supremazia” bianca, incline alla promozione della sottomissione delle donne, la gallerista ha deciso di non dire no dopo una missiva lanciata da un’associazione che titolava: “Attenzione: mostra neonazista a New York”.
Dalla Greenspon si sono scusati per la “mancanza di supervisione” durante la pianificazione della mostra, ma pare risaputo che Boyd sia stato, negli anni, più volte accusato di aderenza al fascismo; in una fotografia del 1989 in un periodico di musica alternativa, Sassy, si mostrava in possesso di un coltello a serramanico insieme al noto “suprematista bianco” e fondatore del Fronte americano Bob Heick. 
Rice ha commentato ad ARTnews: “Le persone che affermano questo di me non mi conoscono, e non hanno familiarità con le cose che ho fatto. Hanno detto che stavo per rovinare la vita della gallerista Greenspon”, che dal canto suo ha commentato: “Alla luce di questi avvenimenti ho scoperto di più sul lavoro di Rice e sul passato, e non sono a mio agio nel sostenere il suo progetto in questo momento”. 
Un episodio simile si è svolto lo scorso mese in Germania: la Galerie Kleindienst di Lipsia ha “mollato” il suo artista Axel Krause, dopo 13 anni di lavoro insieme. Krause se ne è uscito con una serie di post anti-immigrati su Facebook e ha dichiarato il suo sostegno al partito di estrema destra Alternaive für Deutschland (AfD).
Fonte: Frieze

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