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È scomparso a Cetona, nella sua casa in provincia di Siena, Guido Ceronetti, poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista e regista teatrale, autore di celebri e ironiche invettive contro il conformismo e la vanitas umana. Il 24 agosto aveva compiuto 91 anni in ospedale, dove era ricoverato per una broncopolmonite. A darne notizia, la casa editrice Adelphi, con la quale aveva recentemente pubblicato, una autobiografia fino al 1998 e pensata postmortem, una raccolta di aforismi e pensieri e, in ultimo, nella primavera del 2018, alcune traduzioni delle odi di Ovidio.
Nato nel 1927 ad Anzedeno, nei pressi di Torino, aveva intrapreso l’attività pubblicistica nel 1945 e si era messo in luce come traduttore di poeti latini e libri dell’Antico Testamento. Dal 1946 iniziò a comporre versi, riuniti poi in varie raccolte, pubblicate da Einaudi e Bur. Nei primi anni Settanta il suo esordio in campo saggistico e l’avvio della collaborazione con La Stampa. Pessimista impenitente, la sua critica era orientata verso qualunque aspetto del mondo contemporaneo, dall’esplorazione dello spazio alla motorizzazione d massa, dal sovraffollamento delle città al consumo di carne. Ceronetti fu anche uomo di teatro, nel 1970, con la moglie Erica Tedeschi, fondò Il Teatro dei Sensibili, nella loro casa di Albano Laziale. Poi a partire dal 1985, con La iena di San Giorgio, il Teatro dei Sensibili diventò pubblico e itinerante.
«Non ho paura di morire. Solo di soffrire. Uno ha già tribolato fin qui, e adesso tribolare in un letto di ospedale, no grazie», aveva dichiarato in una intervista.