11 ottobre 2018

La PR di Gucci è di Corinto, come Euripide. Da Nomas Foundation, Marcella Vanzo presenta Rumors

 

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In occasione della 14ma giornata del contemporaneo, Marcella Vanzo presenterà Rumors, con Ilaria Gianni e Cecilia Canziani, presso la sede di Nomas Foundation, a Roma. 
Marcella Vanzo, ama la scrittura. Sceglie le parole attentamente con una determinata leggerezza, che ricorda il monito di Paul Valery sull’essere leggeri come uccelli e non come piume. Con un rapido battere d’ali ci sposta in storie e territori differenti. Ri-racconta con linguaggi eterogenei miti e archetipi, ne intacca il significato e ci suggerisce altri punti di vista smascherando la messainscena che a volte e così ovvia ed evidente da farci ridere al pensare di aver creduto per secoli a una tale favola. Ma è un riso amaro perché il refrain è sempre lo stesso: cherchez la femme. 
Con ironia, Vanzo ci mostra come il potere della scrittura, il potere del mito, possano segnare la realtà e cambiare la storia, se non per sempre, sicuramente a lungo. Il mito è un pettegolezzo; granitico, secolare e difficile da scalfire, che, forse, solo una risata può spazzare via. Commedia versus tragedia? Non è la prima volta che la tragedia di Euripede che narra la vicenda della perfida Medea è stata ri-visitata: Grillparzer, Alvaro, Pasolini e Christa Wolf. Quest’ultima, in un’intervista del 1990, raccontava come l’idea di riscrivere Medea fosse scaturita da una impossibilità a credere che una donna avesse potuto uccidere per orgoglio e gelosia non solo la sua rivale ma addirittura i propri figli. Medea, la barbara, la straniera e la maga: prima adulata, poi temuta infine disprezzata, infangata e portata alla follia. 
È molto probabile che la storia sia andata in un tutt’altro modo e che i cittadini di Corinto abbiano voluto scaricare tutti i loro misfatti sulla straniera. La penna di Euripide ha poi creato la maschera di una Medea strega pericolosa dalla furia inarrestabile. E così la società patriarcale, con le parole del più grande drammaturgo greco, segnò un bello scacco matto sulla precedente cultura matriarcale. 
Marcella Vanzo con la sua scrittura, che ha l’abilità di intrecciare più stili linguistici, ci svela il trucco. Il pettegolezzo non è solo qui e ora ma è stato anche nel passato, laggiù a Corinto: «Medea? […] No che non ha ucciso i figli, Chi ti racconta ‘ste cazzate? La PR di Gucci? Olga? Ma non lo sai che è di Corinto». 
Pubblicata da Moor Editions, Rumors è, come recita una frase inserita nella pagina del colophon, una «text-based performance» definizione che potrebbe calzare bene anche per le opere del teatro greco, ma nel lavoro di Vanzo il testo rifugge il registro mitologico, e nel nostro mondo di adesso il mito è palesemente un semplice gossip da bar che si propaga tra un Martini cocktail con un oliva di troppo e una festa di Dolce e Gabbana, o a bordo di una piscina. In un gioco delle parti dove si liquefà qualunque identità. 
Tutti in Rumors si interrogano, si rincorrono, si parlano addosso e si autoassolvono nel tentativo di non sgretolarsi. Tutti tranne Medea, integra e consapevole, sopravvissuta anche a Euripide, il geniale PR di Corinto. (Maria Antonia Rinaldi)

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