22 ottobre 2018

Donne che hanno cambiato il mondo, in un locale milanese di ramen

 

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Il ramen, per chi non lo conoscesse, è un tipico piatto della tradizione giapponese. Si tratta di un brodo di miso, o shoyou, con spaghetti (noodles) e nella versione tradizionale mezzo uovo sodo, funghi, alghe wakame. Una delizia che, sempre da tradizione, va consumata bollente e in un tempo rapido, con il tipico “sorbire” dalla ciotola. Ancora, uso vuole che il ramen sia un piatto a esclusivo appannaggio maschile. Ma si sa, noi viviamo in Italia, siamo nel 2018 e a Milano ed è logico che le carte possano essere sparigliate!
E così, da Zazà Ramen, nella centralissima via Solferino, capita che da alcuni anni il proprietario del locale, l’olandese Brendan Becht, abbia deciso di dare un volto a questo ristorante molto specializzato – 50 posti a sedere, con un interrato che ha alle pareti 3 disegni site specific di David Tremlett – attraverso l’arte. Non piccole mostre ma progetti on the wall, che durano 6 mesi e poi vengono ricoperti da vernice bianca. 
Stavolta, però, attaccati alle pareti ci sono 6 “manifesti” firmati da Jann Haworth, artista statunitense di Salt Lake City, che dal 2016 raccolgono i volti delle donne che hanno contribuito a cambiare il mondo. Da Michelle Obama a Tracy Chapman, da Yayoi Kusama a Coco Chanel e Naomi Klein, un work in progress, pensato con Liberty Blake, le eroine ritratte finora sono 250, su 15 larghi pannelli, seguendo il riconoscibile stile di Sgt. Pepper’s, dalla cover dell’album dei Beatles che Haworth realizzò nel 1967. Un incontro iconico, che cresce a ogni passaggio con le nuove segnalazioni sulle figure femminili che hanno cambiato arti, scienze e società, e che stavolta alza la testa sopra il nipponismo più machista. Che ramen sia allora, anche per il “gentil sesso”.

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