04 novembre 2018

Marcella Pralormo: ”La luce” e Torino

 

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La direttrice di Pinacoteca Agnelli ci racconta de La Luce, la partitura di Giuseppe Chiari che – in questi giorni d’Artissima – è stata forse il progetto più speciale della Torino Art Week: una serie di appuntamenti giornalieri suonati dal vivo, per 25 persone, nella biblioteca dedicata al collezionismo dell’istituzione del Lingotto.
Quest’anno Giuseppe Chiari, perché?
«Perché volevamo fare qualcosa insieme alla fiera, quindi anche di spingere sull’aspetto “sonoro” e la sua sezione che ha preso forma nella sezione alle OGR. Con la Galleria Frittelli e Tempo Reale è nata questa collaborazione, per una partitura molto interpretabile da parte dei musicisti, perché Giuseppe Chiari non aveva dato indicazioni così precise per l’esecuzione. È stato un momento di “concentrazione”, ideale da vivere – per chi c’è riuscito – prima di entrare alla fiera».
Lo spazio della biblioteca è molto particolare…
«È la biblioteca sul collezionismo che abbiamo aperto da alcuni anni. Ora abbiamo più di 4mila volumi e una serie di video che creano una storia delle raccolte, specialmente del Piemonte ma non solo».
Perché solo 4 giorni?
«Perché serviva la presenza vera e propria dei musicisti, ma Tempo Reale (il gruppo messo in piedi da Luciano Berio), come tutti i gruppi musicali ha una scaletta di spettacoli decisamente sincopata».
Cosa vedremo prossimamente in Fondazione?
«Ricorderemo innanzitutto, il prossimo 28 novembre, una grande signora dell’arte torinese recentemente scomparsa, Eliana Guglielmi, forse meno nota ma non meno importante di altre. Come mostre, visto che non abbiamo una mission di esposizione solamente del contemporaneo, stiamo costruendo un’esposizione di disegni, con Casa Buonarroti».
Come vedi Torino in questo momento storico?
«Torino ha avuto un momento di grande crescita, ed è ora normale avere una fisiologica “decrescita”. È la città oggi, più che le semplici istituzioni, che deve decidere che fare. Noi, da parte nostra, stiamo cercando di evolvere in altre direzioni non solo contemporanee, appunto, e coinvolgere il pubblico, dagli studenti del Politecnico ai ragazzi del Liceo Copernico, per esempio. In quest’ultimo caso, attraverso una serie di workshop, li formeremo in parte qui e in parte in classe, per coinvolgerli in quelle che saranno brevi visite guidate realizzate dagli stessi ragazzi, all’interno della collezione permanente. C’è bisogno, insomma, di essere davvero vicini alla popolazione, anche trovando unioni con i nostri “vicini”, dal Museo dell’Auto che è qui accanto, a Eataly, con in quali già collaboriamo». (MB)

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