08 novembre 2018

Tutta la fotografia che desideri, dall’autoritratto al femminismo. Istantanee da Paris Photo

 

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Il Grand Palais accoglie la ventiduesima edizione di Paris Photo, una tra le più grandi fiere internazionali dedicate alla fotografia dagli albori fino a oggi. Sono cinque le sezioni della manifestazione parigina, che vanno dal settore principale, con 185 gallerie, a quello dell’editoria, con 31 editori e librai, da Prismes, che presenta, nel Salon d’Honneur, opere seriali, grandi formati e installazioni, alla seconda edizione di Films, con 28 film in programmazione. La fiera, firmata da Florence Bourgeois e da Christoph Wiesner, direttore artistico, accoglie anche la prima edizione di Curiosa che ruota intorno al corpo umano e all’erotismo. Diretto da Martha Kirszenbaum, curatrice del Padiglione francese della prossima Biennale d’arte di Venezia, il progetto propone uno sguardo sui rapporti di dominio e potere e sulle questioni di genere. Si passa così, attraverso foto, fotomontaggi o autoritratti, da Daido Moriyama, Nobuyoshi Araki e Robert Mapplethorpe, all’avanguardia femminista degli anni ’70 con la polacca Natalia LL o l’austriaca Renate Bertlmann
Sul piatto della bilancia troviamo, secondo i dati forniti dall’organizzazione, su 887 artisti esposti alla fiera, 697 artisti uomini e solo 190 donne ossia il 21%. Ben venga, quindi il focus tutto al femminile proposto da Elles x Paris Photo curato da Fannie Escoulen. Si tratta di una selezione di un centinaio di immagini tra gli stand, che ripercorre la storia della fotografia, da Julia Margaret Cameron a Margaret Watkins, da Lucia Moholy ad Ana Mendieta, Arlene Gottfried e Joan Lyons, fino alle nuove generazioni, con Silvana Reggiardo, Lisa Sartorio, Wiame Haddad, Fabiola Menchelli o Hilla Kurki
Una fiera che non perde smalto e propone foto da poco più di mille euro fino ai 95mila dollari di Migrant Mother (1936) di Dorothea Lange, presso la svizzera Edwynn Houk. Moltissimo vintage proposto in tutte le salse, presenti tutti i grandi nomi della foto o quasi ma non mancano certo gli emergenti. La bella foto Calder Series # 2 (2013), firmata da Mickalene Thomas, che ritroviamo presso la galleria parigina Nathalie Obadia, restituisce subito l’atmosfera e alcune linee guida della fiera, vedi l’immagine della donna nella società occidentale. Classe 1971, l’artista afroamericana è conosciuta per i suoi coloratissimi dipinti ricchi di strass ma, soprattutto, per i ritratti provocanti di donne afroamericane. In Calder Series # 2, una foto dai colori accesissimi, alcuni elementi che s’ispirano ad Alexander Calder circondano la modella Raquel Chevremont, compagna dell’artista, che qui mette in discussione la figura della donna di colore nella società statunitense ponendola in un’atmosfera anni ’70. 
Belle le proposte delle gallerie italiane: Enrico Astuni, con foto di Olivia Guigue e Maurizio Nannucci, Contrasto, con un solo show di James Nachtwey, Lia Rumma, con Ugo Mulas. La Photo & Contemporary, partendo dal film Vertigo di Alfred Hitchcock, propone foto di Gabriele Basilico e Angela Lo Priore, la Paci presenta Ralph Gibson, seguono la Louise Alexander, Damiani e Metronom. E poi, una trentina di solo show, come quello di Richard Mosse vincitore del settimo premio Pictet, presso la Carlier/Gebauer di Berlino, o quello di Lynn Davis, presentato dalla Karsten Greve. Interessante la serie The Plantation Boy (2012) di Uche Okpa-Iroha, proposta dall’Agence à Paris, in cui l’artista si inserisce, in maniera impercettibile, nelle scene del film Il Padrino, per denunciare l’assenza dei neri sulla scena hollywoodiana. Vincitore del Gran Premio della decima edizione della biennale di fotografia Rencontres de Bamako, il fotografo nigeriano è membro dell’organizzazione di fotografia transfricana Invisible Borders e membro fondatore del Blackbox Photography Collective. 
Tra i 10 duo shows, I maestri di luce, titolo delle opere di Denis Rouvre e Danielle Van Zadelhoff, per un’immersione nel chiaroscuro presso l’olandese Project 2.0. La galleria Gagosian propone una mostra dedicata alla Factory di Andy Warhol e opere di Richard Avedon, Taryn Simon, Cy Twombly e Patti Smith. Ritroviamo, tra un corridoio e l’altro, Ljubodrag Andric con China#12 del 2012, presso la californiana Robert Koch. I suoi lavori, stampati in ampio formato, giocano magicamente con la luce rivelando la materia attraverso paesaggi urbani e una presenza-assenza del gesto umano. Tra le chicche di Paris Photo, presso la newyorchese Keith De Lellis la fotoincisione Bowls di Paul Strand del 1916, tra i pionieri della fotografia modernista negli Stati Uniti. Inoltre, una vecchia edizione della mitica New York Still Life (1947) di Irving Penn e una rara copia di Matches and Match Boxes di Edward Steichen. Mentre la Pace Gallery / MacGill presenta le ultime opere fotografiche di David Hockney manipolate al computer. La galleria parigina Polka propone delle stampe vintage esclusive di Janine Niépce, la prima donna fotoreporter francese. Presente per la seconda edizione anche Carte Blanche – Studenti, in collaborazione con Picto Foundation e Gares & Connexions, per la promozione dei talenti emergenti delle scuole europee di fotografia e arti visive. 
Infine, 294 signing session e 17 cicli di conferenze tutti i giorni, fino a domenica. (Livia De Leoni)

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