20 novembre 2018

BINGE WATCHING

 
“Client List”: realtà e finzione si incontrano e ogni riferimento a persone e/o a fatti realmente accaduti non è casuale
di Antonio Mastrogiacomo

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Client List è il titolo di un film e di una serie televisiva che impiegano in modo differente lo stesso materiale di partenza. Un incidente sul lavoro per un uomo che aveva prematuramente dato l’addio alla carriera nel football, un mutuo sempre più oberante da pagare e figli da crescere per una moglie molto graziosa dalla memoria lunga impegnata a mantenere unito questo quadretto familiare tipicamente americano, da localizzare nel caldo Texas. Tratto da una storia vera il film, nel suo intento quasi documentaristico, è seguito da una narrazione a puntate che adatta gli stessi contenuti alla forma seriale deformando l’accaduto per concretizzare percorsi che tengono impegnati anche i personaggi secondari. In effetti è la presenza dei secondi a premiare una condotta narrativa tesa alla durata, laddove restano i protagonisti a gerarchizzare la storia. 
Il film è datato 2010. Una narrazione piuttosto asciutta che mette al centro la figura di Samantha Horton, reinventatasi massaggiatrice di parti intime per adulti lontano da casa pur di riportare dignità ad un nucleo familiare economicamente affranto. Il montato è piuttosto veloce, non ci sono indugi macchinici e la vita scorre al netto delle complicazioni etiche di una scelta simile. Nel tempo questo optare per una iniziativa decisamente illegale viene quotidianizzato e la ragazza arriva a meritare l’attenzione della esigente clientela grazie al suo spingersi oltre il fisico, simpatizzando anche per lo spirito di ognuno di quei ragazzi non sempre bellissimi ridotti a clienti. Ecco, il film resta decisamente un racconto adeguato alla storia, laddove gli stessi massaggiati non sono le sculture viventi attive nella serie tv.  Le ragazze impegnate partecipano degli esiti giudiziari della palestra degli appuntamenti se pensiamo che proprio una di loro farà da talpa, a mal celare quel sempre emergente spirito cattolicistico che sponsorizza in modo coatto i costumi di una vita americana mediana tra fanatismo e risentito anarchismo; e poi c’è la cocaina – basta pensare alla Samantha cake designer in grado di confezionare una torta degna del miglior Knam. Le elezioni comunali portano alla ribalta le esigenze securitarie della sindaca in procinto di rielezione, così il centro fino a quel momento spalleggiato dai poteri forti si trova al centro di una improrogabile indagine che porta le ragazze all’arresto. Quel sogno di autodeterminazione familiare viene definitivamente frustrato, Samantha rischia 730 giorni di carcere ma, facendo ricorso alla sua memoria, trascrive i nomi di (mancoaffarloapposta) 69 clienti e grazie alle cure legali di una sua amica, riesce a ridurre la pena a 30 giorni di carcere. La battaglia più difficile resta riportare a casa la sua famiglia, mentre le sue concittadine cercano di conoscere i segreti del mestiere. Insomma, un film che fa riflettere non poco su uno stato di cose reale, altrimenti apparente.
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Jennifer Love Hewitt, The Client List
Tutt’altra storia è al centro dell’omonima serie televisiva (2011-12) che racconta in 25 puntate le mirabolanti avventure di Riley Parks, gentildonna interpretata dalla stessa Jennifer Love Hewitt. Il marito, ex giocatore di football, scappa di casa perché non in grado di mantenere la famiglia – così pare. Così è Riley a doversi industriare per portare in avanti la vita quotidiana senza facendo pesare troppo sui due figlioletti la cosa. Cerca che cerca, arriva al club grazie alla dritta di Selena, sua ex collega di lavoro che mantiene a sue spese un vero e proprio cavallo. Di club in club arriva al The Rub dove le sue felici indicazioni migliorano la qualità dei servizi offerti; l’atmosfera è davvero partecipativa e tra le ragazze, soprattutto nella prima stagione si crea un bel feeling tale che Riley riesce ad essere poco malinconica, ad andare avanti nonostante tutto, a sorridere. In questa serie tutti sono belli, anche i ragazzi massaggiati al punto da chiedersi per quale motivo debbano ricorrere a tali servigi: la risposta sembra essere che tutti e proprio tutti possono esserne destinatari. La narrazione è animata da tutto il sottobosco dei personaggi secondari, il cognato con la cotta non tanto segreta per lei, la migliore amica sempre presente al netto del suo caratterino, la madre con i suoi viziettini a complicare la già non troppo facile vita di Riley, la padrona di club pronta a lasciarle il testimone pur di coronare il suo sogno d’amore. E poi i figlioletti, le amiche/nemiche, il clima inciuscesco che governa il mondo. Tutto questo è Client list la serie, condita da un finale senza titoli di coda e una musica degna della miglior radio commerciale a rendere tranello la trama.
Insomma, questo spaccato audiovisivo mostra come realtà e finzione possano incontrarsi a partire da una storia che faccia i conti con ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti come puramente voluto.
Antonio Mastrogiacomo

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