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Sarà Raqs Media Collective il direttore artistico della Triennale di Yokohama del 2020, manifestazione che, fin dalla sua prima edizione, nel 2001, si è proposta come osservatorio privilegiato della scena artistica contemporanea giapponese, oltre che sua forza promotrice. Per la prossima edizione, che si terrà da luglio a ottobre del 2020, la scelta sembra essere quella di rivalutare le sue posizioni, a giudicare dalla scelta di unire le forze con il collettivo di base a Nuova Delhi, fondato nel 1992 e composto da Jeebesh Bagchi, Monica Narula e Shuddhabrata Sengupta. Individuato dal comitato degli organizzatori sulla base del loro approccio raffinato ma polemico, il collettivo è noto per il suo atteggiamento improntato alla curiosità e alla commistione tra i linguaggi, avendo lavorato spesso con architetti, informatici, scrittori, registi, per progetti artistici e curatoriali. Nell’are hanno già una certa esperienza, hanno curato la Biennale di Shanghai nel 2016 e più recentemente, nel 2018, in Europa, “In the Open or in Stealth”, mostra al MACBA-Museu d’Art Contemporani de Barcelona, incentrata sulle prospettive future del tessuto urbano, sociale e produttivo della città catalana, alla quale ha partecipato anche l’italiana Rosa Barba.
Anche in questo caso, il taglio della Triennale sarà storiografico e critico, visto che Yokohama è stata tra i primi porti giapponesi ad aprirsi al mondo esterno, dopo quasi 200 anni di isolamento nazionale e, da quel momento, la città è rimasta tra le più aperte e avanzate dell’isola. Con tutte le contraddizioni del caso che, Raqs Media Collective vorrà mettere allo scoperto.