Dal 12 novembre scorso, Anna Coliva è stata definitivamente reintegrata alla Direzione della Galleria Borghese con una formale transazione, dopo che a maggio il giudice del lavoro aveva stabilito che gli addebiti che le erano stati fatti non sussistevano. Il Mibac annulla la sospensione e la Direttrice rinuncia a ogni azione di risarcimento, pur riservandosi di avviare azioni legali che chiariscano le responsabilità individuali che hanno originato questa vicenda. Il caso era partito ad aprile, da una denuncia anonima fatta propria dagli uffici del Mibac. Da qui un’accusa di “assenteismo” e la sanzione di sei mesi di sospensione senza stipendio stabilita dal Ministero, un provvedimento immediato, senza le verifiche di rito e la sentenza. E anche la reazione del mondo dell’arte e dei musei internazionali era stata sollecita, ai primi di maggio erano state oltre 2mila le firme raccolte in meno di una settimana sulla piattaforma change.org per sostenere la storica dell’arte che, da 12 anni, ha diretto la Galleria Borghese, conseguendo risultati di rilievo, sia in campo artistico e culturale che economico. Tra gli ultimi, il Caravaggio Research Institute, importante progetto di ricerca internazionale, e la grande mostra dedicata a Bernini, che ha portato a nuove scoperte scientifiche oltre a un record di incassi. La sospensione è stata tuttavia breve: a giugno, con il ricambio del Governo, del Ministro e dei dirigenti Mibac, fatte le opportune verifiche, si riapre il dialogo e inizia una trattativa, conclusa il 12 novembre.
