11 gennaio 2019

Per evitare il carcere, Mary Boone punta sull’infanzia difficile e sul supporto del mondo dell’arte

 

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Gli avvocati di Mary Boone hanno presentato una perizia psichiatrica alla corte federale di Manhattan, citando diversi episodi traumatici subiti dalla grande gallerista negli anni dell’infanzia. Boone, tra le personalità più influenti nell’arte contemporanea mondiale, si trova ad affrontare la possibilità di pena detentiva, dopo essersi dichiarata colpevole di frode fiscale e rischia anche pene detentive, che potrebbero essere evitate nel caso in cui la strategia difensiva riuscisse a dimostrare che le sue azioni sono state conseguenza di un trauma e non frutto di avidità. 
Il processo si è svolto nel settembre 2018 e l’accusa è pesante: secondo il pubblico ministero, le gallerie di Boone avrebbero dovuto pagare, per il 2011, più di 1,2 milioni di dollari su un profitto di 3,7 milioni ma hanno richiesto un debito d’imposta di soli 335 dollari. Boone avrebbe anche utilizzato fondi aziendali per pagare più di 1,6 milioni di spese personali, compresi 800mila dollari per rinnovare un appartamento e 120mila dollari di affitto in una seconda residenza, per poi chiederne i pagamenti come spese commerciali. La gallerista, che rappresenta artisti come Jean-Michel Basquiat, Barbara Kruger, David Salle e Julian Schnabel, con i quali ha avuto anche strettissimi rapporti di amicizia, ha accettato di pagare più di 3 milioni in restituzione al fisco, per le tasse dovute negli anni 2009, 2010 e 2011. Ma la sentenza sarà letta il 18 gennaio e potrebbe essere piuttosto severa, con pene fino a sei anni di carcere. Gli avvocati hanno chiesto gli arresti domiciliari, la libertà vigilata e 1000 ore di servizio alla comunità, puntando tutto sulla sua infanzia difficile, tra povertà e instabilità, dovute anche alla perdita del padre. Traumi che avrebbero segnato la sua vita e l’avrebbero portata anche a un tentativo di suicidio, oltre che ad abusi di antidepressivi: «Dietro la facciata del successo e della forza si trova un individuo fragile e, a volte, distrutto», hanno scritto nell’arringa. 
E accanto alla perizia psichiatrica, gli avvocati di Boone hanno presentato anche le dichiarazioni di solidarietà provenienti da 100 figure di spicco del mondo dell’arte, tra le quali, Ai Weiwei, «La sua passione per l’arte va al di sopra di ogni altra cosa e tratta gli artisti in modo equo, come in famiglia», Francesco Clemente, Nella vita di Mary Boone si può riconoscere una totale dedizione all’arte e alla comunità artistica», Jeffrey Deitch, «Il contributo di Mary alla cultura di New York e non solo è stato enorme», Julian Schnabel, «La Mary che conosco è attenta e responsabile e ha sempre prestato attenzione ai dettagli anche se a volte non eravamo d’accordo», Jerry Saltz, «La reputazione della signora Boone in questi decenni è stata impeccabile».

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