10 gennaio 2019

20 anni senza De Andrè, l’omaggio di Genova

 

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L’11 gennaio 1999 se ne andava Fabrizio De Andrè, ma chi lo segue da sempre e chi lo scopre ora, tra cui moltissimi giovani, continuano a portare nel cuore le sue canzoni e la sua persona. Nel ventennale della scomparsa la sua città, Genova, gli dedica “Il mio fabrizio”, una giornata ricca di emozioni, tra grandi artisti e un vasto pubblico, dove ciascuno potrà raccontare “il proprio” Faber con ricordi, aneddoti e tributi musicali. Abbiamo chiesto a Ilaria Cavo, assessore alla Cultura di Regione Liguria, promotrice di questa giornata, di raccontarci questa celebrazione e il progetto “La casa dei cantatori”. 
Che tipo di evento avete organizzato per omaggiare De Andrè in questo particolare anniversario?
«Regione Liguria insieme a Palazzo Ducale e con la collaborazione del Comune di Genova, di Camera di Commercio di Genova e della Fondazione Fabrizio De André Onlus ha progettato un grande evento a 20 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André. Venerdì 11 gennaio a Palazzo Ducale celebreremo il grande Faber e proporremo un viaggio nella storia e nella musica di Fabrizio, oltre che nella memoria di tutti coloro che lo hanno amato. Sarà una giornata di grande emozione a cui invitiamo tutti, in particolare giovani delle scuole per ricordare un grande della musica e riascoltare alcune sue meravigliose canzoni. Dobbiamo ringraziare Dori Ghezzi che ha scelto Genova per l’unica uscita pubblica della famiglia, insieme al figlio di Fabrizio, Cristiano De André. Accanto a loro ci saranno i grandi professionisti del mondo dello spettacolo che lo hanno conosciuto o portato in scena, come Gino Paoli, Neri Marcorè, Antonio Ricci, Fabio Fazio, Morgan, Mauro Pagani e Luca Bizzarri, presidente di Palazzo Ducale. L’evento “Il mio fabrizio” si svolgerà alle 15: ognuno dei presenti porterà un ricordo di Faber e non saranno escluse improvvisazioni musicali. Si affronteranno le tante sfaccettature di Fabrizio De André e ognuno potrà ricordarlo a suo modo: chi lo ha amato, chi lo ha conosciuto o ha ascoltato le sue canzoni. Abbiamo chiesto anche al pubblico di iscriversi per prendere la parola e dare la propria testimonianza perché Fabrizio voleva arrivare a tutti. 
Il clou dell’evento è alle 15, ma dalle 11 del mattina andrà in loop il video della mostra curata da Vincenzo Mollica nel 2009. Verranno trasmesse per tutta la giornata ore di filmati e interviste per vedere e rivivere il meglio di Faber». 
Come procedono la conservazione della memoria della grande opera di de Andrè e l’approfondimento in merito?
«Questa Giunta Regionale si è attivata da subito per portare avanti un progetto dal titolo “Cantautori nelle scuole” per fare in modo che gli studenti delle scuole superiori, nell’ambito del programma di letteratura, studiassero le canzoni di Faber in classe. La stessa Dori Ghezzi ha tenuto al Liceo Colombo di Genova, la scuola di Fabrizio, delle lezioni. Abbiamo coinvolto Ivano Fossati, Gino Paoli e critici musicali per portare alle nuove generazioni le parole dei nostri cantautori. Il fatto che queste lezioni siano state inserite in un orario curricolare e non extracurricolare di lezione, ha confermato la qualità e la forza del progetto che prosegue ormai da tre anni: quest’anno arriveremo fino al rap perché è stato spontaneo un parallelismo, in classe, tra la concentrazione dei cantautori a Genova e ora la concentrazione di famosi rapper. Si rifletterà anche su questo in un progetto che va avanti e si evolve per essere sempre più vicino alle nuove generazioni».
In che cosa consiste il progetto “La Casa dei Cantautori” e a che punto è?
«La “Casa dei Cantautori” è un progetto proposto da Regione Liguria, dalla sottoscritta e dalla Professoressa Margherita Rubino, già finanziato dal Mibac e in fase di progettazione. Sorgerà all’Abbazia di San Giuliano, un’antica e bellissima abbazia medioevale. Sarà la Casa dei cantautori liguri ma anche dei cantautori italiani, perché, grazie al sostegno del Mibac, ha ormai un’impronta nazionale. Ricostruiremo in modo cronologico e multimediale la storia dei cantautori ma, questa “Casa”, avrà una doppia funzione: non solo espositiva ma anche formativa. Sarà uno spazio aperto ai giovani che potranno esibirsi (è stata appena acquistata anche a chiesa sconsacrata attigua all’Abbazia) e potranno studiare le nuove professioni legate alla musica; il testimone della nostra tradizione dobbiamo passarlo a loro». (Silvia Conta)

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